Sono 35 gli studi della Global 200 di Law.com presenti in Italia. Unico tricolore: BonelliErede

Il sito Law.com ha pubblicato la Global 200 del 2025. Si tratta della classifica dei 200 studi legali con il maggior fatturato a livello globale.

Il documento è interessante anche letto da qui, perché ci fornisce alcuni importanti spunti per comprendere quanto conti l’Italia come piazza strategica per le grandi law firm globali e perché ci dà alcune indicazioni sul potenziale competitivo dei player nazionali.

Partiamo dal primo punto: quanti sono gli esponenti di “big law” che hanno anche una presenza italiana? Sono 35, vale a dire il 17,5% del totale delle law firm nella Global 200.

Tra questi, l’unica insegna italiana è quella di BonelliErede con cifre decisamente interessanti. Lo studio guidato da Eliana Catalano e Massimiliano Danusso, infatti, si piazza 184esimo con un fatturato stimato di 332,5 milioni di dollari, 576 avvocati e un fatturato medio per professionista pari a 577mila dollari.

In Italia non c’è lo studio più ricco del mondo (Kirkland & Ellis, con i suoi 8,8 miliardi di dollari di ricavi) ma ci sono ben sei dei primi dieci studi in classifica. Vale a dire Latham & Watkins (2) che realizza ricavi per 7 miliardi di dollari con 3.584 avvocati e revenue per lawyer (Rpl) pari a 1,953 milioni, Dla Piper (3) con 4,2 miliardi di ricavi realizzati da 4827 avvocati per 878mila dollari di Rpl, A&O Shearman (4) con un giro d’affari di 3,7 miliardi più di 3.100 avvocati e Rpl pari a 1,194 milioni. E poi, ancora, troviamo il neo entrato Ropes & Gray (8) 3,4 miliardi di fatturato con 1466 avvocati e Rpl di 2,3 milioni, Baker McKenzie (9) che genera ricavi per 3,395 miliardi con quasi 4.600 avvocati e Rpl di 739mila euro, e White & Case (10) con 3,3 miliardi di giro d’affari una squadra di 2.598 avvocati e 1,3 milioni di Rpl.

Quindi, il 60% della top 10 della Global 200 di Law.com è presente in Italia.

Completano l’elenco delle law firm internazionali (presenti nella Global 200) attive nel nostro Paese Clifford Chance, Freshfields, Linklaters, Hogan Lovells, Jones Day, Greenberg Traurig, Nroton Rose Fulbright, CMS, McDermott, Willkie Farr & Gallagher (che opera in alleanza con lo studio Delfino), Herbert Smith Freehills Kramer, Cleary Gottlieb, Eversheds Sutherland, Orrick, Squire Patton Boggs, K&L Gates, Ashurst, Clyde & Co, Simmons & Simmons, Bird & Bird, Dwf, Osborne Clarke, Fieldfisher, Roedl & Partner, Dac Beachcroft, Withers, Boies Schiller Flexner e Watson Farley Williams.

Come riportato da Legalcommunity.it nei giorni scorsi, sette di queste realtà (vale a dire il 20%) sono arrivate in Italia negli ultimi cinque anni. Lo sbarco più recente è quello di Ropes & Gray che ha affidato a tre soci (ex Latham) guidati dall’avvocato Cataldo Piccarreta il suo capitolo italiano. Tra questi arrivi recenti c’è anche quello di Boies Schiller Flexner che, stando ai dati riportati da Law.com è una delle insegne con il più elevato Rpl: parliamo di 2,129 milioni di dollari, frutto del lavoro di 182 avvocati che riescono a produrre 387 milioni di fatturato.

Proprio il dato delle Rpl ci dice molto sul grado di competitività raggiunto dagli studi italiani negli ultimi anni. Considerato che (con la sola eccezione di Yingke che realizza 1,4 miliardi di fatturato ma con quasi 18mila avvocati per una Rpl di 78mila dollari) il ticket minimo per essere accreditati nella Global 200, diciamo per giocare nella Champions League dell’avvocatura d’affari mondiale è di poco superione a 300mila euro, sono numerose le insegne tricolore della Best 50 di MAG e Legalcommunity che si possono considerare in partita, dati alla mano. Stando alle stime di Legalcommunity, infatti, sono almeno 11 gli studi con fondamentali in linea. Chiomenti in primis con oltre 482mila euro, seguito da Legance con 475mila euro, Maisto (425mila), BonelliErede (412mila), Gatti Pavesi Bianchi Ludovici (405mila), Trevisan & Cuonzo (390mila), Gianni & Origoni (384mila), PedersoliGattai (352mila), Toffoletto De Luca Tamajo (332mila), Advant Nctm (289mila) e Fivers (256mila).

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE