Latham & Watkins, deal firm
Nella storia di uno studio legale, così come in quella di un’azienda o di ciascuno di noi, c’è sempre almeno un prima e un dopo. Un momento che segna una svolta. Un episodio che sancisce un ciclo.
Nella vicenda italiana di Latham & Watkins, law firm di matrice americana nata a Los Angeles nel 1934, ce ne sono almeno due. Il primo risale all’inizio del 2008, quando lo studio avvia una vera presenza nella Penisola trasformando l’ufficio che aveva a Milano in una vera e propria sede attiva nel mercato locale. Il secondo, arriva a dieci anni di distanza, ed è rappresentato da un deal. Forse la più rilevante operazione di m&a chiusa nel primo trimestre di quest’anno in Italia: parliamo della acquisizione di Italo-Nuovo trasporto viaggiatori da parte del fondo americano Global Infrastructure Partners (Gip).
Questi due momenti racchiudono il primo capitolo della storia italiana della law firm che oggi conta in tutto 53 professionisti, tra cui 11 soci e un fatturato stimato in circa 37 milioni di euro che, nel 2017, ha avuto un incremento di quasi il 30% (27,6%) rispetto all’esercizio precedente. «A dieci anni di distanza possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti – dice a MAG Andrea Novarese – affermandoci come studio fortemente radicato territorialmente e con una marcata riconoscibilità». Novarese è uno dei soci della prima ora. Uno di quelli che c’era quando a fine 2007 Latham & Watkins annunciò il suo cambio di passo in Italia catturando il primo (e per ora unico) spin off che lo studio BonelliErede abbia mai subito. Nell’ufficio, all’epoca guidato da Michael Immordino (oggi numero uno di White & Case in Italia), arrivarono Novarese, Maria Cristina Storchi e altri tre partner (Simone Monesi, Tommaso Amirante e Fabio Coppola, successivamente passati nell’ordine a Osborne Clarke e LMS) costituendo la base di un progetto che sulle prime venne immaginato come in chiave full service, ma poi si è consolidato con un’impostazione focalizzata in quello che in senso ampio possiamo chiamare corporate finance. Nel frattempo, in squadra sono entrati alcuni dei soci destinati a diventare punti di riferimento per la practice italiana. Subito dopo il kick off (a inizio 2008), da Gianni Origoni Grippo è arrivato Antonio Coletti che, nel 2013, è diventato office managing partner, carica che ricopre ancora oggi. Nel 2011, invece, è stata la volta di Stefano Sciolla, proveniente da Cleary Gottlieb.
Proprio Sciolla è l’avvocato che a inizio 2018 ha gestito l’operazione Italo-Ntv per conto di Gip. «Quest’operazione – dice l’avvocato a MAG – testimonia il posizionamento dello studio. Quel tipo di deal, in qualche modo, certifica il fatto di essere uno studio che ha acquisito una forza locale rilevante. È la tipica operazione che fino a pochi anni fa avrebbe visto attori italiani su entrambi i lati del tavolo». Proprio in questo senso, dice Novarese, «possiamo rivendicare il radicamento raggiunto qui in Italia. Nessuno nasconde il fatto che lavoriamo anche con tanti clienti internazionali, ma esaminando in maniera granulare il nostro lavoro è chiaro ed evidente che il business nasce in Italia ed è, quindi, fortemente italiano. Poi può essere inbound o outbuond, ma questa differente natura è meno rilevante per la nostra practice italiana».
Allo stesso tempo, i soci dello studio, sono d’accordo nel considerare l’operazione Italo-Ntv solo «la punta di un iceberg», come dice Coletti. Nel periodo che va dal primo gennaio 2008 al 30 marzo 2018,…
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