Gli investimenti di Cassa Forense: ecco perché è un’istituzione da proteggere
di Giovanna Fantini*
Gli avvocati iscritti a Cassa Forense, in quanto iscritti all’Albo professionale, dovrebbero seguire con attenzione gli investimenti del nostro ente di previdenza di cui pochi pare siano informati, sebbene si tratti del patrimonio accantonato dall’avvocatura dal 1952, anno di istituzione della Cassa, a garanzia delle sue funzioni.
Questo anche per meglio conoscere come il nostro Ente previdenziale e assistenziale gestisce il Patrimonio mobiliare e Immobiliare con l’autonomia gestionale, organizzativa e contabile a norma dei DD.LL. n 509/1994 e n. 103/1996.
Il patrimonio della Cassa è generato dai contributi soggettivo, integrativo, modulare e di maternità, con cui devono essere garantite le pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità e reversibilità. In termini numerici i contributi versati nell’anno 2017 sono stati pari a circa 1.678.000 euro, le prestazioni erogate a circa 898.000 euro e il Patrimonio di cui al bilancio 2017 è pari a oltre 11.500.000 euro.
Il patrimonio viene gestito secondo il modello Alm (Asset Liability Management) volto a “matchare” le attività e le passività finanziarie nell’arco di 50 anni, per i quali da ultimo deve essere garantita la stabilità in conformità alla strategia di allocazione del portafoglio per il raggiungimento del target di rendimento secondo l’AAS (Asset Allocation Strategica). Si tratta cioè di una “Allocazione tattica” degli investimenti con il supporto dell’analisi dal rischio ex ante e in coerenza con le strategie delineate dall’AAS, all’esito delle specifiche due diligence di volta in volta svolte per la verifica dei presupposti della singola operazione finanziaria. Il rischio degli investimenti viene equilibrato e gestito con l’obiettivo di garantire il pagamento delle pensioni future, con un rendimento di tipo “total return”, in linea con quanto annualmente determinato attraverso l’approvazione dell’AAS, con i rendimenti migliori garantiti da investimenti a lungo termine, con una diversificazione atta ad assicurare una maggiore stabilità dei rendimenti.
Secondo i dati del bilancio tecnico attuariale la componente relativa al rendimento del patrimonio investito crescerà fino a sostituire integralmente la componente relativa alle contribuzioni previdenziali. Nel 2035 è previsto il raggiungimento dell’equivalenza della due componenti, mentre nel 2050 il rendimento del patrimonio investito garantirà l’equilibrio.
L’attività dell’Ufficio investimenti segue un preciso processo operativo. Viene effettuato il “riskbudgeting”, procedendo alla selezione degli investimenti partendo dall’analisi di oltre 750 alternative possibili per giungere alla definitiva delibera di 30, mediante il monitoraggio delle oltre 150 posizioni presenti nel portafoglio, molto diversificato con la profonda stratificazione adottata. Come si legge sul sito di Cassa Forense questa strategia di allocazione si è tradotta in investimenti per 800 milioni di euro in titoli azionari in Italia, con partecipazioni nelle Aziende più significative del tessuto economico nazionale, per altri 3.000 milioni di euro nel “debito” Italia per renderlo meno esposto alle speculazioni internazionali e per ulteriori 3.700 milioni di euro in strategie attive in fondi UCITS (Undertakings for Collective Investment in Trasferable Securities) di cui l’Unione Europea stabilisce i termini di collocamento. Circa la diffusione geografica è stata privilegiata l’Italia, senza dimenticare la diversificazione con strategie di investimento “worldwide” focalizzate su gestori internazionali di elevato standing. Ciò senza tralasciare la ripartizioni fra diversi gestori nelle diverse “asset class”, con una ripartizione valutaria che tenga conto che le passività sono espresse in euro, moneta quindi prescelta per gli investimenti, eccetto il 20% massimo.
In questo contesto Cassa Forense ha storicamente cercato di dare il proprio contributo allo sviluppo del sistema Italia, per cui su un patrimonio di più di 11 miliardi di euro, oltre il 50% è investito nell’economia italiana (55,1% investito in Italia – 44,9 in extra Italia), con una percentuale del 33,4% in titoli di stato, del 0,8% in obbligazioni corporate, del 8,7% in azioni quotate, del 3,9% in partecipazioni, del 2,3% in investimenti alternativi e del 6,0% in real estate diretto.
A titolo esemplificativo fra gli investimenti alternativi effettuati da Cassa Forense vanno annoverati gli investimenti in fondi di private equity il cui sottostante investimento è in PMI italiane ed europee, ovverosia European Sme, nonché il supporto alla crescita di start up e nuove imprese italiane garantito dal Fondo italiano di investimento Venture Capital, oltre la partecipazione al Fondo Pai “Parchi Agroalimentari Italiani” dedicato all’investimento in aree e immobili destinati a progetti di valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche italiane, mediante Fico (Fabbrica Italiana Contadina), nonché la partecipazione al progetto “Mini Bond”. Il contributo al potenziamento delle infrastrutture per il rilancio del settore in Italia, ha dettato investimenti in CdpRETI e in F2i.
Cassa Forense è diventata partner del FEI per gli investimenti in piccole e medie imprese europee e nel venture capital. Le partecipazioni strategiche in aziende italiane si sono tradotte nell’investimento diretto in importanti aziende quotate e strategiche per l’economia italiana di cui Cassa Forense detiene quote di capitale (1,21 % Mediobanca, 1,01 5 Generali, 0,92% Poste Italiane, 0,52% Enel, 0,40% Eni 0,16%Tim). Le linee di sviluppo si sostanziano in progetti paralleli con altre casse previdenziali, in Banca d’Italia e WISE (Welfare Investimenti Servizi Europa), oltre che nella partnerschip con enti Nazionali e Sovranazionali, in European Investment Fund, European Investment Bank e Cassa Depositi e Prestiti.
In sostanza i quasi 12 miliardi dell’ultimo bilancio, sono investiti proficuamente, nell’interesse dell’avvocatura, con strategie volte a garantire le pensioni future, ma con particolare attenzione all’economia reale. Naturalmente questo è frutto di scelte di campo e di un percorso di adeguamento delle competenze necessarie alla valutazione e selezione delle opportunità di investimento, che competono agli organi della Cassa, la cui composizione è in tal senso essenziale a partire da quella del Comitato dei Delegati.
Le scelte operate da Cassa Forense in tutti questi anni sono frutto di un complesso lavoro, di cui gli iscritti devono avere contezza, affinché non se ne possa neppure ipoteticamente pensare la dispersione, come alcuni erroneamente vorrebbero anche all’interno dell’avvocatura e come si sente da ultimo affermare dagli attuali organi di Governo, attratti dall’entità delle cifre con cui si vorrebbe finanziare tutt’altro. Ciò tanto meno, con un inglobamento nell’INPS.
Lungimirante deve quindi essere ritenuta la costituzione dell’ADEPP (associazione delle casse di previdenza private) di cui il nostro Presidente, Nunzio Luciano, è Vice Presidente, con la quale si sta compiendo (dall’Action Plan ad oggi) il cammino per il riconoscimento del ruolo indispensabile dei liberi professionisti sia in Europa sia in Italia, per giungere grazie al lavoro comune al necessario “salto di qualità” di cui abbiamo bisogno, oltre che per difendere i patrimoni di tutte le 19 Casse associate, il cui patrimonio complessivo supera i 100 miliardi di euro.
Nella certezza che nessuno si sia mai peritato di diffondere queste preziose informazioni fra gli iscritti, si auspica che possano contribuire a prendere coscienza dell’interesse che ciascun avvocato in Italia, indipendentemente dalla distribuzione territoriale o/e reddituale, debba opportunamente riservare a Cassa Forense, sin dalla partecipazione alle elezioni degli ottanta Delegati, che ne compongono il Comitato.
*Delegata del Distretto di Milano (prima donna eletta dopo 61 anni dalla fondazione dell’Ente)