Cappelli Rccd e Orrick nella trattativa tra Unicredit e Mef su MPS
È il capitolo più atteso di quello che abbiamo imparato a chiamare il risiko bancario. Nella serata del 29 luglio, come riportato da Financecommunity, Unicredit ha sciolto gli indugi e aperto la trattativa che potrebbe portarla a rilevare la quota (o una sua parte) detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanza nel Monte dei Paschi di Siena.
La banca guidata da Andrea Orcel in questa delicata partita, che potrebbe diventare il deal dell’anno, secondo quanto Legalcommunity può rivelare, è assistita dallo studio Cappelli Rccd. In particolare, al lavoro sul dossier ci sarebbe l’avvocato Roberto Cappelli (nella foto a destra) che, sempre come rivelato dalla nostra testata, è stato il legale che ha affiancato il ceo di piazza Gae Aulenti fin dal suo arrivo al timone del gruppo.
Dall’altro lato del tavolo della trattativa, invece, troviamo gli avvocati di Orrick. In particolare i soci Patrizio Messina (in foto, a sinistra) e Marco Nicolini (ne avevamo parlato già a novembre, clicca qui).
Nei prossimi giorni si dovrebbe capire anche da chi si farà affiancare Mps sul piano legale.
L’operazione dovrebbe riguardare le attività commerciali della banca più antica del mondo. I quaranta giorni di due diligence serviranno anche a definire un «perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio».
In una nota, Unicredit ha sottolineato che «un deal permetterebbe al gruppo di accelerare i piani di crescita organica e agevolare il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale». Mps ha una dote di circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di euro crediti alla clientela. A cui si aggiungono 87 miliardi di euro di depositi della clientela, 62 miliardi di euro di masse in gestione. E 42 miliardi di masse in amministrazione.
È interessante guardare i principali presupposti concordati con il Mef per verificare la fattibilità dell’operazione a livello patrimoniale ed economico.
Anzitutto si parla dell’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all’attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali. Da lasciar fuori, ci sono anche i crediti deteriorati. Andrà valutata anche l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito identificati a seguito della due diligence. Inoltre andrà trovato un accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attività commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel gruppo.