Promozioni: le sedi italiane delle law firm fanno il pieno di partner e counsel
di giuseppe salemme
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Volge al termine anche in questo 2022 la consueta stagione delle promozioni all’interno degli studi legali internazionali. Chiusi i bilanci d’esercizio, le law firm scelgono su quali professionisti puntare in ottica futura e “portano all’incasso” le performance delle sedi locali nell’anno appena archiviato.
I dati sulla crescita interna agli studi internazionali raccolti da Legalcommunity nella finestra temporale che va da gennaio a maggio, assumono un’importanza particolare. Innanzitutto, perché si tratta del primo, vero semestre post-Covid: confrontando i dati di quest’anno con quelli dei tre anni precedenti, siamo dunque in grado di avere un quadro più chiaro e completo degli effetti che la pandemia ha avuto sui percorsi di crescita dei professionisti.
In secondo luogo, quest’analisi offre un’ulteriore chiave utile a interpretare una tendenza che gli ultimi numeri di MAG hanno già in parte fotografato: parliamo ovviamente della “guerra dei talenti”. O meglio, della guerra per i talenti.
Le conferme arrivano da ogni parte: attrarre e conquistare i giovani professionisti sta diventando per gli studi legali (e per l’avvocatura in generale) sempre più arduo. Tantissimi managing partner parlano di talent acquisition e talent retention come delle due sfide per eccellenza per il futuro delle loro organizzazioni. In quest’ottica, una gestione equilibrata, trasparente e lungimirante delle carriere dei collaboratori rappresenta una delle chiavi principali per farvi fronte.
Veniamo ai dati. Nei primi cinque mesi del 2022 (maggio ovviamente non è ancora terminato), il numero di promozioni a partner negli studi internazionali è tornato nuovamente a crescere, seppur di poco. Il totale è di 16 nuovi soci (peraltro in perfetto equilibrio tra i generi), contro i 15 registrati nello stesso periodo del 2021.
Si tratta ad ogni modo di una cifra di molto inferiore rispetto ai 20 del 2019, ultimo anno pre-pandemi; e addirittura al 2020, i cui primi cinque mesi, nonostante il lockdown e lo shock-Covid, videro ben 25 ingressi nelle partnership degli studi internazionali. Numero poi crollato nel 2021: forse a testimonianza di un effetto Covid “ritardato”, tradottosi in una politica di maggiore cautela adottata nei mesi a venire.
A sostegno di questa lettura c’è anche il dato riguardante le nomine a counsel, carica che nella maggior parte degli studi rappresenta l’ultimo gradino prima della partnership. E che sono aumentate proprio in corrispondenza della diminuzione dei nuovi soci: nel 2021, anno del già citato “crollo” del numero di promozioni a partner, i nuovi counsel sono stati 11, cifra equivalente a quella dei due anni precedenti messi insieme (9 nel 2020 e appena 2 nel 2019); e superata quest’anno con ben 14 nomine. Un trend esemplificato dallo studio inglese Allen & Overy, che nella prima parte di questo 2022 ha annunciato l’unico vero giro di nomine degli ultimi quattro anni, che ha compreso le tre promozioni a counsel di Elia Ferdinando Clarizia, Antonio Ferri e Giorgia Giorgetti, assieme a quelle dei nuovi partner Emilio De Giorgi e Amilcare Sada. Tendenza in cui si inserisce anche DLA Piper, che ha inaugurato la neo-istituita carica di counsel (leggere lo scorso numero di MAG per saperne di più *LINK*) con le promozioni di Chiara Cimarelli, Federica Bocci e Antonio Longo. Un’altra evidenza che emerge dai dati è un certo “risveglio” delle….
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