Procacciatori d’affari: Andersen Tax&Legal vince a L’Aquila
Andersen Tax&Legal, attraverso il team guidato dal partner Andrea Frangipane (nella foto), ha concluso vittoriosamente un processo presso la Corte d’Appello de L’Aquila, avente come oggetto del contendere l’annosa questione della corretta qualificazione della figura del procacciatore d’affari.
Da un lato, gli attori, vittoriosi in primo grado, assimilavano il procacciatore all’agente di commercio prospettando, dunque, il loro diritto alla provvigione anche in assenza di iscrizione in albi; dall’altro lato, la società convenuta, difesa dall’avvocato Frangipane, riconduceva la figura del procacciatore d’affari a quella del mediatore (seppur atipico), eccependo di conseguenza la nullità del contratto stesso, o, comunque, la perdita del diritto alla provvigione, non essendo i primi mai stati iscritti nel relativo albo.
Con la sentenza n. 879 del 22 giugno 2020, i giudici, riformando la decisione di primo grado e aderendo, dunque, alla tesi dell’avvocato Frangipane, che aveva trovato medio tempore piena conferma in una pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (n. 19161/2017), ha affermato che, nel caso di specie, i procacciatori fossero da considerarsi mediatori atipici, con correlato obbligo di iscrizione nell’albo degli agenti di affari in mediazione di cui alla legge n. 39 del 1989, e che, dunque, in assenza di tale requisito, gli stessi non potessero avere diritto a provvigioni, ai sensi e per gli effetti dell’art. 6 della stessa legge.