Praticanti avvocati… in attesa di giudizio

Nel mezzo di un’epidemia globale, le difficoltà emergono in ogni campo e l’incertezza sembra impossessarsi di ogni cosa. In questa fase, risultano “sospesi” anche i destini dei praticanti avvocato che hanno svolto la prova scritta dell’esame di Stato nel dicembre 2019 e di quelli che sono in attesa di poterla sostenere nel dicembre 2020, a cui addirittura si aggiungono coloro che hanno svolto la prova scritta nel 2018 e sono ancora in attesa della relativa prova orale.

Già in condizioni ordinarie, il sistema di abilitazione alla professione forense rappresenta un unicum nel panorama europeo che prevede, all’esito dei cinque anni del percorso di laurea e dopo il tirocinio della durata di minimo diciotto mesi, un esame della durata complessiva di circa un anno, di cui almeno sette mesi di attesa delle correzioni.

In questo percorso di abilitazione – del tutto anomalo – sono coinvolte, ogni anno, oltre 20.000 persone prossime ai trent’anni, che generalmente lavorano senza percepire alcun reddito (o quasi), ad eccezione di chi collabora nei grandi studi. In più, la riforma forense del 2012 ha eliminato la possibilità per i praticanti abilitati di ottenere mandati da propri clienti, risultando così per loro preclusa ogni possibilità di minima autonomia.

L’emergenza in corso rischia di dilatare ulteriormente i tempi del processo, costringendo chi ha sostenuto l’esame scritto nel 2019 – nell’attesa degli esiti –  a sostenere nuovamente la prova scritta nel 2020.  A tutto questo si aggiunge che, in assenza di soluzioni che permettano di evitare sovraffollamenti, la sessione scritta del 2020 non possa nemmeno avere luogo.

In questo contesto di totale incertezza, in cui dalle principali istituzioni competenti non è arrivato alcun cenno se non la sospensione della correzione delle prove scritte, un gruppo di praticanti milanesi (di “nascita” e di adozione) ha unito le forze, dando vita al gruppo Facebook “Comitato per l’Esame d’Avvocato”. Nel giro di una settimana, oltre 2000 praticanti di tutta Italia si sono confrontati su questo gruppo, dando vita a idee e soluzioni per entrambe le sessioni, 2019/2020 e 2020/2021.  Le proposte sono confluite in una lettera indirizzata al Ministero della Giustizia, ai Gruppi Parlamentari e al CNF,  sottoscritta da oltre 3.800 persone sulla piattaforma  change.org.

Per il completamento dell’abilitazione iniziata nel 2019, i ragazzi del Comitato per l’Esame d’Avvocato hanno avanzato più idee, che vanno dalla correzione con modalità telematiche e potenziamento delle commissioni, all’abilitazione sulla base del superamento dei soli scritti oppure al passaggio al solo orale per tutti, da svolgere eventualmente in modalità telematica. Una ulteriore  soluzione presente nella lettera indirizzata alle istituzioni prevede la  correzione degli scritti con “congelamento” dell’eventuale esito positivo, così da evitare che chi risulti idoneo agli scritti 2019 debba, a titolo cautelativo, sostenere nuovamente lo scritto nel 2020.

Con riferimento all’esame 2020, si è invece ipotizzata la previsione del solo orale, da poter svolgere anche telematicamente oppure,…

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