Per gli avvocati nessun “effetto Expo”
di laura morelli
Oltre 500 mila visitatori e 11 milioni di biglietti già venduti, per un giro d’affari pari a 30 milioni di euro solo nel primo weekend. I numeri di Expo 2015, l’esposizione universale che si svolge a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 e che coinvolge 145 Paesi, sono stati definiti dal sindaco della città Giuliano Pisapia “da record”, e le aspettative degli organizzatori sono sempre più alte. Le stime, calcolate in questi giorni da diverse associazioni di categoria fra le quali Assolombarda e la Camera di Commercio di Milano, parlano di un indotto compreso tra i 23 e i 25 miliardi di euro, le cui conseguenze si protrarranno fino al 2020. Un affare anche per gli studi legali? Non proprio. Se infatti la maggior parte degli studi italiani ha ricevuto almeno un mandato legato direttamente o indirettamente a Expo 2015 e il lavoro è aumentato per quasi tutti, l’impatto dell’esposizione universale su fatturati e attività delle law firm non è stato rilevante. Né gli avvocati si aspettano che lo diventi dopo l’evento. Secondo quanto raccolto da Mag by legalcommunity.it in un’indagine lampo che ha coinvolto oltre 25 law firm, in generale il 60% degli studi legali interpellati, oltre uno su due, ha svolto o sta svolgendo un lavoro legato a Expo 2015. Di questi, il 58% ha seguito da uno a tre clienti, mentre il restante 42% ha ricevuto oltre 3 mandati da clienti sia italiani che stranieri. I settori sono il dritto commerciale, societario, internazionale e amministrativo, la contrattualistica e il fiscale. Gli ambiti sono invece il corporate, ambiente, proprietà intellettuale e, naturalmente, food and fashion.
IMPATTO ZERO
Il dato più interessante che emerge dalla survey è quello relativo all’impatto che l’iniziativa avrà sugli studi legali in termini di quantità di lavoro, fatturato e visibilità. Per il 46% degli studi interpellati, tale impatto sarà minimo, mentre il 15% ritiene che sarà addirittura nullo….
