Parzani: «Incrementare il coinvolgimento delle donne nell’innovazione tech»

di michela cannovale

Claudia Parzani (nella foto) è un nome noto dentro e fuori il mondo legal. Partner Linklaters dal 2007 e Presidente Borsa Italiana da aprile 2022, a settembre è stata inserita per il sesto anno consecutivo nella classifica HERoes Women Role Model, iniziativa che premia le donne che riescono a raggiungere ruoli apicali a livello internazionale e che, attraverso il loro ruolo, promuovono la diversità e l’inclusione nel mondo del lavoro. Parzani è da più parti definita «una vera e propria role model», ovvero una persona in grado di rileggere la questione femminile declinandola nel linguaggio del business e della professione.
MAG è tornato da lei per approfondire ancora una volta il tema.

Sta guidando il cambiamento utilizzando la sua influenza e posizione professionale per promuovere una cultura inclusiva nel mondo del lavoro, ma come lo fa concretamente?
Diciamo che ci provo. Lo faccio principalmente cercando di essere un piccolo esempio, raccontando la mia storia e le mie scelte e sperando di poter lasciare, a chi cerca come fare, un’idea e la grande convinzione che ognuno di noi può fare qualcosa e che è nostra responsabilità lasciare un giardino più bello. Per Linklaters, per esempio, sono stata per molti anni global champion for gender e ho promosso diverse iniziative e programmi di mentorship e sponsorship all’interno dell’azienda per supportare e promuovere il talento femminile. Per i miei clienti e la business community femminile, poi, ho sempre cercato di creare occasioni di networking e confronto per condividere esperienze, idee e provare a superare insieme possibili ostacoli e difficoltà.

Ci fa qualche esempio?
Tra le varie iniziative che ho promosso, alcune mi sono molto care. Mi riferisco a quelle dedicate alle giovani donne e, in particolare, Inspiring Girls, il programma di mentorship di cui sono madrina per l’Italia lanciato nel 2017 insieme a Valore D (associazione che promuove la leadership femminile in azienda, ndr) che mette in contatto figure femminili nelle diverse professioni con giovani ragazze delle scuole secondarie. Ma parlo anche del supporto offerto alle giovani donne nell’ambito della campagna promossa da UNHCR Italia per dare ai rifugiati la possibilità di avere accesso ad un’istruzione secondaria e superiore attraverso l’erogazione di borse di studio.

Parliamo di Italia. Lei è l’unica italiana inserita nella classifica HERoes di quest’anno. Secondo il Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum, nel nostro Paese è ancora molto ampio il divario di genere sulla partecipazione economica, tant’è che siamo al 63° posto su 146 nazioni. Che cosa ci manca per scalare la classifica?
Per progredire sui temi di genere e superare gli stereotipi è necessario lavorare soprattutto sulla cultura, incoraggiando un cambiamento attraverso la promozione di nuovi modelli di riferimento maschili e femminili e cambiando la percezione del ruolo della donna nell’economia e nella società. Promuovere l’occupazione femminile vuol dire avere una visione di sistema, richiede politiche che liberino il tempo delle donne, investimenti nelle infrastrutture sociali che trasformino l’organizzazione sociale. Diventa quindi fondamentale lavorare fin da subito su una formazione adeguata che vada incontro alle nuove esigenze del mercato del lavoro con programmi di upskilling e reskilling rivolti alle donne. Abbiamo poi poche laureate nelle materie STEM dove maggiori sono le opportunità di occupazione e di avanzare nella carriera, per esempio.

Ma di passi avanti ne abbiamo fatti negli ultimi anni, pur rimanendo al 63° posto? Che ne pensa?
Negli ultimi anni in Italia ci sono certamente stati dei progressi e soprattutto credo che ci sia maggiore consapevolezza del valore del talento femminile e della diversità più in generale. Il mondo imprenditoriale ha compreso che la diversità fa bene al business, […]

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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