Nasce RbyC: i fondatori raccontano il nuovo advisor dei soggetti vigilati

A inizio ottobre Refink, hub regtech nato nel 2021 in seno al network della consulenza Annunziata & Conso, si è fuso con Consilia Regulatory, studio specializzato in consulenza regolamentare. Risultato della fusione è RbyC (si legge “arbaisì”, all’inglese), che i fondatori definiscono come società regtech specializzata in soluzioni organizzative, di governance, di compliance legale e regolamentare per gli intermediari vigilati (Aml, risk management, internal audit).

Legalcommunity ha seguito il progetto Refink fin dall’inizio. Nata nel 2021 con l’obiettivo di assistere soggetti early stage come le startup fintech negli aspetti regolamentari dei relativi business, attraverso le diverse fasi di espansione è diventata oggi una realtà abbastanza matura da staccarsi dal network in cui era nata, e proporsi come advisor e outsourcer di un’ampia platea di soggetti attivi in mercati vigilati. Abbiamo quindi voluto fare quattro chiacchiere con Andrea Conso e Giamarco Maffioli (nella foto), a rappresentare le due anime che hanno dato vita a RbyC.

Perché la decisione di fondere Refink e Consilia?

Andrea Conso: La fusione con Consilia ci permette di valorizzare ancor di più tutti gli elementi che abbiamo sviluppato in questi anni. Apportiamo un’esperienza più che ventennale e seniority importantissime maturate non solo all’interno di studi professionali, ma in aziende, autorità di vigilanza e altre realtà sia nazionali che internazionali.

Gianmarco Maffioli: Consilia è una struttura da circa 20 professionisti. I 5 soci hanno maturato esperienze nelle big four, e quindi dalla revisione e dalla consulenza, e nelle funzioni di controllo di Sgr, Sim o altri soggetti vigilati poi diventati la nostra clientela.

Perché la scelta di “staccarsi” dal network Annunziata & Conso?

AC: È stato un distacco fisiologico, lo studio resta inalterato nella sua articolazione e nella sua mission, così come il mio ruolo in esso. Refink è evoluta nel tempo trasformandosi man mano in un’azienda e ha completato tale trasformazione con l’aggregazione con Consilia Regulatory. Tutto ciò, in un quadro regolamentare e di mercato in evoluzione. Infatti, sia il mercato nazionale sia l’Europa hanno dato indicazioni chiarissime sull’outsourcing degli intermediari vigilati, i quali non possono più affidarsi solo a piccoli studi, per quanto bravi e organizzati, ma hanno bisogno di soggetti di una dimensione e una conformazione di natura industriale con processi organizzativi e di governance strutturati, nonchè risorse finanziarie adeguate per gli investimenti nella trasformazione digitale.

GM: Quello che auspichiamo è che questo mercato evolva con la nascita di soggetti che seguano la nostra strada al fine di elevare la resilienza e la qualità dei servizi.

Oggi quali sono i numeri di RbyC?

AC: Siamo partiti con 10 partner e 40 professionisti. Ma siamo già arrivati a 45, per un portafoglio che è già di circa 150 clienti: se all’inizio erano principalmente soggetti early stage, con il passare del tempo, e grazie anche alle tecnologie che offriamo, abbiamo scoperto di avere mercato più ampio. Che può avere un boost ulteriore grazie al posizionamento di Consilia e Refink.

A proposito di soluzioni tecnologiche, ci raccontate quali offrite?

AC: La prima e più importante è Auditool, un gestionale che abbiamo sviluppato internamente e che digitalizza l’intera modalità di fruizione dei servizi che offriamo. È un’interfaccia simile a quella di un home banking, che permette a chi acquista un nostro servizio di vedere 7 giorni su 7, 24 ore su 24 a che punto è il lavoro i risultati dello stesso e cosa stanno facendo il fornitore e il team impegnato sul servizio reso. In più, l’interfaccia gestisce i flussi informativi tra cliente e fornitore in maniera protetta, evitando la macchinosità e i problemi di sicurezza dello scambio di documenti via email. Da quando l’abbiamo lanciato ha coperto il 50% dei clienti di Refink e nei prossimi tre mesi puntiamo a esportarlo verso tutti gli altri.

E prevedete di aggiungere nuove funzionalità?

AC: È tra gli obiettivi principali. Già l’anno scorso abbiamo sviluppato in-house (non avendolo trovato sul mercato) un prodotto in grado di gestire il dispendioso esercizio di autovalutazione richiesto dalla normativa antiriciclaggio. L’abbiamo testato su clienti anche molto complessi e i risultati sono stati ottimi in termini di efficienza e precisione. Il tutto azzerando i rischi operativi e migliorando la qualità del lavoro. Puntiamo a fare lo stesso con molte altre procedure: stiamo testando una l’intelligenza artificiale per le valutazioni real estate; e puntiamo ad aprire cantieri in ambito di segreteria societaria compliance e antiriciclaggio.

GM: È uno dei motivi che ci ha spinto ad aggregarci: raggiungere una massa critica che ci consenta, come dicevo, di investire annualmente in tecnologia un budget consistente, nell’ordine di qualche centinaio di migliaia di euro. Poi dipende anche da cosa troveremo sul mercato. Nei primi tempi daremo priorità a investimenti in organico, struttura, organizzazione e nuove tecnologie.

Che tipo di professionalità cercate?

GM: Attualmente abbiamo profili molto vari in quanto a competenze: economia, giurisprudenza, matematica, ingegneria. Ma la maggioranza rientra comunque nella categoria dei manager con esperienza in intermediari vigilati e/o autorità.

AC: Copriamo già tutte le aree di interesse, ma abbiamo comunque bisogno di rinforzarle. E abbiamo già cominciato: in questi giorni è arrivato Luca Gandolfi, ex responsabile antiriciclaggio di Banca Profilo e Banco Bpm; con lui entreranno altre due figure junior nei prossimi giorni.

GM: Speriamo che tutte le professionalità interessate a lavorare in questo settore si facciano vive. L’obiettivo è portare a casa risorse in grado di partecipare a uno sviluppo aziendale sano e innovativo.

redazione@lcpublishinggroup.it

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