Linklaters e il passaggio di testimone nel banking & finance: continuità e spirito di squadra
Quando si parla di passaggio generazionale, l’attenzione si concentra spesso sulla leadership complessiva di uno studio legale, sulla “stanza dei bottoni”. Eppure, il tema tocca anche le singole practice: dipartimenti che, nel tempo, hanno rappresentato la punta di diamante di un’organizzazione e ne hanno incarnato lo spirito.
È il caso di Linklaters, del team di banking & finance e di Andrea Arosio, l’avvocato che nel 2007 ha (ri)fondato la practice italiana della law firm anglosassone, guidandola per oltre 17 anni fino all’ottobre 2024, quando ha deciso di avviare il progetto di consulenza Irnerius.ai. Con la sua uscita, Arosio ha lasciato non solo la carica di managing partner – passata al fiscalista Roberto Egori (come abbiamo raccontato nel numero 219 di MAG) – ma anche la guida di uno dei dipartimenti simbolo dello studio in Italia.
Oggi la leadership del team è affidata a Francesco Faldi, che imprime una chiara direzione strategica affiancato da Ettore Consalvi, attivo nelle aree banking e special situations, e da Tessa Lee, punto di riferimento nel settore energy & infrastructure per operazioni di project finance, acquisition finance, export credit e corporate lending. A completare il gruppo è arrivato di recente Alessandro (Alex) Nolet, trasferitosi dalla sede di Hong Kong, che porta con sé un bagaglio di esperienze maturate tra Europa e Asia, in particolare nel campo del leveraged finance e del private capital.
Un passaggio corale
Questo passaggio di consegne è emblematico di un’evoluzione sempre più corale nella gestione degli studi legali contemporanei.
«La struttura orizzontale della squadra – spiega Faldi a MAG – è frutto del nostro comune attaccamento allo studio».
I quattro soci del banking & finance sono infatti cresciuti insieme in Linklaters, «praticamente dai tempi della prima sede in via Verri a Milano», ricorda Faldi. «Abbiamo condiviso tutti i passaggi che ci hanno portato, negli anni, alla partnership».
Proprio lo spirito di squadra ha permesso di gestire un momento delicato, come l’uscita del socio di riferimento, senza scossoni. «Andrea – aggiunge Faldi – ci aveva preparati con grande anticipo. Ma il vero collante è stata l’assenza di rivalità interna e l’abitudine alla collaborazione reciproca».
Due fattori fondamentali, come sottolinea Nolet che aggiunge: «La forza del dipartimento sta anche nella sua perfetta integrazione con la struttura internazionale di Linklaters».
Nuove direttrici di crescita
Il team si muove oggi in un contesto di grande fermento per il settore. «Negli ultimi anni – osserva Lee – il mercato del banking & finance in Italia e in Europa si è evoluto rapidamente, con nuove aree di crescita e attori sempre più sofisticati».
Accanto all’assistenza sui temi core del banking, il dipartimento ha scelto di investire su tre direttrici strategiche: private capital, special situations e energy & infrastructure.
«Si tratta di ambiti in crescita costante – spiega Consalvi – sia per volumi che per complessità, alimentati da un contesto economico in trasformazione e da una maggiore presenza di operatori specializzati, come i fondi di credito e di capital opportunities, oltre all’espansione di strumenti come unitranche e high-yield».
Nel private capital, in particolare, i team affrontano sfide cross-border che richiedono strutture di finanziamento su misura e soluzioni innovative. Il dipartimento è organizzato per coprire l’intero spettro della finanza strutturata e della regolamentazione, con il contributo di counsel come Marco Carrieri e Alessandra Ortelli, e di un gruppo di managing associate che garantisce qualità e continuità – tra cui Benedetta Marino, Lucia Ciocarlan, Stefania Farabbi, Ludovica Turrina e le nuove promozioni di Filippo Azzano, Matteo Bencic, Maria Chiara De Biasio e Sara Giugiario.
Il dialogo costante con il team di Structured Finance & Regulatory, guidato da Dario Longo e Anna Ferraresso, con il contributo di Lorenzo Dal Canto e dell’esperto di diritto amministrativo Alessandro Gemmo, consente poi di offrire una consulenza a 360 gradi.
«In un contesto dove le operazioni sono sempre più complesse e richiedono soluzioni ibride e risposte rapide – aggiunge Nolet – la presenza di professionisti senior a livello di counsel e managing associate è decisiva».
Faldi conferma: «Continueremo a puntare su questa struttura integrata, che ci permette di rispondere con reattività e specializzazione alle esigenze di un mercato in costante evoluzione».
Il modello Linklaters
Ogni operazione seguita dal team – dai rifinanziamenti per Nexi e GVS, ai deal nel settore energia e infrastrutture per ACC o Brookfield-Data4, fino alle ristrutturazioni complesse di Rizzani de Eccher e Bialetti o alle emissioni di leveraged finance come quella da 300 milioni di euro per DoValue – riflette un approccio fortemente integrato.
«Non è solo un orientamento culturale – precisa Lee –: il modello di partnership lockstep di Linklaters, che premia la collaborazione piuttosto che la competizione interna, crea un ecosistema dove la condivisione di competenze e risorse è la norma».
Nel network internazionale, la sede italiana rappresenta un esempio virtuoso di equilibrio tra know-how locale e visione globale.
«I team italiani si interfacciano costantemente con colleghi di altre giurisdizioni – spiega Nolet – portando nei deal una sinergia concreta tra competenze italiane, inglesi e globali».
«Saper unire la rapidità operativa richiesta dagli operatori domestici con una tecnica di respiro internazionale – aggiunge Faldi – ci consente di agire come vero hub strategico all’interno del network globale di Linklaters». Un esempio emblematico è il deal…
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