Il 60% di Ferroli passa a Oxy e Attestor: ecco i legali del salvataggio
Taglia il traguardo il salvataggio del gruppo Ferroli. Il 22 gennaio, nello studio notarile Marchetti, è prevista la firma dell’accordo (di cui avevamo dato ampi dettagli in anticipo in questo articolo) che prevede l’ingresso nel capitale della società di Oxy Capital, managemet company italiana creata da Stefano Visalli e Stefano Romanengo, e di Attestor Capital, fondo londinese specializzato in special situation.
I due investitori, a fronte di un investimento complessivo di 60 milioni di euro deterranno complessivamente il 60% del capitale mentre il 40% rimarrà nelle mani della famiglia Ferroli.

Sul fronte del debito bancario e finanziario (la società era esposta per 350 milioni), Lombardi Molinari Segni, con un team composto dai soci Ugo Molinari (nella foto) e Alessandro de Botton, dalla senior associate Beatrice Neri e degli associate Andrea Zoppolato e Claudio Zanda, ha assistito le banche creditrici del gruppo Ferroli nella definizione, predisposizione e sottoscrizione dell’accordo di ristrutturazione con gli Investitori e la società, così come dell’accordo investitori-banche.

L’advisor finanziario delle banche creditrici è stato Rothschild. Mercanti Dorio ha operato come advisor fiscale per il ceto bancario con il team composto dal partner Giovanni Mercanti (foto a destra), dall’of counsel Fabio Araldi e dal senior associate Giovanni Caroli; ha inoltre rilasciato la fairness opinion sugli Sfp con il team composto dai partner Ada Imperadore ed Emanuele Dorio.
Per la società, infine, hanno agito l’avvocato Maurizio C. Borra e Mediobanca in qualità di advisor finanziario. La famiglia Ferroli è stata assistita dagli avvocati Enrico Repetto e Giorgio Aschieri. Mentre il dottor Massimiliano Bonamini ha asseverato il piano ex art. 182-bis. Credito Fondiario ha assunto il ruolo di banca mandataria di Attestor e sarà Account Bank e Paying Agent dell’operazione.
L’operazione (di cui avevamo già parlato anche qui), è la prima di questo tipo a essere realizzata in Italia e rappresenta un nuovo modello di cooperazione tra operatori di mercato e banche per il salvataggio e il rilancio di imprese in crisi. Nel caso di specie, ha consentito la messa in sicurezza e il rilancio di una delle realtà produttive più importanti dell’area veronese con oltre 450 milioni di fatturato nel 2014 e 3.000 occupati, di cui 1.050 in Italia.