Hogan Lovells, scommessa sull’Europa: Italia e Spagna hub della crescita
In occasione dei 25 anni di Hogan Lovells in Italia, Miguel Zaldivar, ceo della law firm globale da 3 miliardi di dollari di ricavi, è volato a Milano (anche) per incontrare la redazione di MAG. Avvocato con un passato da dealmaker transfrontaliero, Zaldivar guida da cinque anni la law firm. Sotto la sua leadership Hogan Lovells ha raggiunto risultati finanziari record, ampliato il proprio footprint internazionale e consolidato il presidio nei settori altamente regolamentati. Secondo l’ultima edizione della Global 200 di Law.com, Hogan Lovells conta più di 2.700 avvocati nel mondo, con un fatturato 2024 di 2,965 miliardi di dollari, revenue per lawyer di 1,097 milioni e profitti per socio equity pari a 3,072 milioni di dollari.
La bussola di questa crescita, in Europa si chiama FRIS, l’acronimo che unisce Francia, Italia e Spagna: la seconda, terza e quarta economia dell’Unione europea. «FRIS è stato concepito per intercettare il crescente flusso di lavoro transfrontaliero verso l’Europa meridionale, che oggi supera mercati tradizionali come la Germania», spiega Zaldivar. «È uno dei nostri principali motori di crescita globale, insieme a Stati Uniti, Regno Unito e Germania». Un vero e proprio pilastro della strategia dello studio in questa fase. FRIS è vista come una entità unica: «Un grande studio che conta 460 avvocati», dice Zaldivar. «Il nostro approccio è global reach and local depth. Sappiamo di poter attivare sinergie importanti tra i nostri uffici e costruire un’offerta che non ha precedenti nell’area». Il mito dello studio paneuropeo, ritorna, e Hogan Lovells potrebbe essere la prima realtà internazionale determinata a realizzarlo, sfruttando gli asset a propria disposizione una rete capillare di professionisti che la vede presente nell’area. «Il nostro target – racconta Zaldivar – sono le aziende della Forbes 500. Francia, Italia e Spagna sono mercati di grande interesse per i nostri clienti e quindi, per noi».
Italia, la crescita più veloce
L’Italia, in proposito, ha un ruolo davvero centrale. Qui lo studio, nel 2024, ha generato circa 60 milioni di euro di ricavi, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Gli uffici di Roma e Milano contano complessivamente oltre 170 avvocati e 32 soci, con l’obiettivo dichiarato di superare le 200 unità. Solo negli ultimi 18 mesi lo studio ha inserito 50 nuovi professionisti, di cui 14 soci, costruendo uno dei team corporate & finance più grandi tra gli studi internazionali in Italia. «Un lavoro considerevole, portato avanti da Patrizio (Messina, ndr) fin dal suo arrivo. Un progetto di crescita che non si è ancora esaurito e nel quale crediamo molto perché, non mi stanco di dirlo, l’Italia ha un ruolo chiave nell’ambito di FRIS (LEGGI QUI)».
Un percorso che coincide con la maturazione del mercato legale domestico: nel 2024 oltre l’85% delle operazioni M&A italiane ha avuto una componente cross-border. «Le economie del Sud Europa stanno crescendo più della Germania in termini di PIL, e l’Italia è diventata un polo di attrazione per deal e investimenti esteri», sottolinea Zaldivar. A trainare, oltre all’M&A, ci sono la transizione energetica e la tecnologia, che stanno ridisegnando il mercato e moltiplicando le opportunità per chi unisce consulenza transazionale e competenze regolatorie.
Madrid, vent’anni da protagonista
Accanto all’Italia, la Spagna rappresenta l’altro pilastro della strategia FRIS. Nel 2024 l’ufficio di Madrid ha registrato 58,9 milioni di euro di ricavi, con 24 soci e oltre 100 avvocati. Nel 2023 aveva già chiuso un anno record, sfiorando i 60 milioni. Un percorso iniziato nel 2004 con un piccolo team e consolidato lo scorso anno con il trasferimento nella nuova sede di Paseo de la Castellana 77, cinque piani certificati LEED Platinum e WELL Gold.
«La Spagna è un hub naturale che collega l’Europa con America Latina e Nord Africa, grazie ai legami commerciali e linguistici», spiega Zaldivar. Le recenti riforme del lavoro, gli incentivi fiscali e i progetti finanziati dall’UE in infrastrutture digitali ed energie rinnovabili rendono Madrid un polo sempre più attrattivo per gli investimenti. Non a caso, all’inizio del 2025 la guida dell’ufficio è passata a Fernando Calancha, mentre il predecessore José Luis Vázquez è entrato nella leadership regionale EMEA. E sempre per l’area EMEA, José Marìa Balanà, regional managing partner, è un professionista basato a Madrid.
La forza dei numeri
L’espansione in Sud Europa si inserisce in un quadro di crescita globale. Nel 2024 Hogan Lovells ha superato la soglia simbolica dei 3 miliardi di dollari di ricavi, con un incremento del 9% anno su anno, dopo il +23% del 2023. Negli Stati Uniti – tra i primi mercati dello studio – il fatturato è cresciuto del 14%, portando i ricavi a 1,47 miliardi. «Per competere ai massimi livelli servono tre condizioni: base clienti istituzionali solida, presenza integrata in USA, EMEA e Asia-Pacifico, e un bilancio eccellente», chiarisce Zaldivar.
A livello settoriale, lo studio continua a puntare su automotive, energia, servizi finanziari, life sciences, consumer e tecnologia, comparti dove la dimensione regolatoria è cruciale. «Abbiamo costruito una competenza che non si limita al supporto transazionale, ma integra la lettura del contesto normativo e geopolitico», ricorda il ceo. «Come ha osservato Heidi Gardner di Harvard, il nostro è uno dei programmi settoriali più sofisticati nel mercato legale. E tutto questo senza compromettere la nostra cultura».
Talenti e tecnologia
La crescita si gioca anche sul terreno del capitale umano. Hogan Lovells assiste 71 delle prime 100 società del Fortune Global e 24 delle 25 principali banche globali. L’obiettivo è arrivare a 125 clienti istituzionali entro il 2026, con l’iniziativa “drive to five” (più di 5 milioni di dollari di ricavi per cliente su più mercati e aree di practice).
Per attrarre e trattenere i migliori talenti, lo studio punta su una combinazione di compensazioni competitive, percorsi di carriera chiari e una cultura collaborativa che, sottolinea Zaldivar, garantisce uno dei più bassi tassi di turnover nel mercato.
Accanto al capitale umano, c’è la tecnologia. Oggi 4.400 avvocati dello studio utilizzano quotidianamente ELTEMATE CRAIG, chatbot proprietario capace di ridurre del 50% i tempi sulle attività legali di base. In investigazioni e compliance, l’AI ha già garantito efficienze dell’80% nella revisione documentale. «Il punto non è esternalizzare l’innovazione, ma guidarla», afferma Zaldivar. «CRAIG sta già aiutando i nostri team in Italia e Spagna a lavorare più rapidamente e in modo più smart».
Uno sguardo lungo dieci anni
Consolidata la soglia dei 3 miliardi, Hogan Lovells guarda ai prossimi dieci anni. «Italia e Spagna non sono semplici mercati in cui mantenere una presenza, ma veri hub per collegare lo studio al continente europeo e all’America Latina», osserva Zaldivar. Quanto alle fusioni transatlantiche che stanno ridisegnando il mercato legale globale, dal matrimonio A&O Shearman a McDermott Will & Schulte, il ceo chiarisce: «Siamo aperti a valutare collaborazioni e ingressi di team di alto livello, ma il nostro piano di crescita non dipende da una fusione. Puntiamo su una strategia bilanciata e sostenibile».
Un approccio che trova la sua sintesi nel mantra coniato da Zaldivar: “Balance, Balance, Balance”. Un equilibrio tra geografie, settori e practice che, almeno finora, ha permesso a Hogan Lovells di navigare con continuità nelle acque agitate del mercato globale.
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