GRECO (A&O): «ECCO PERCHE’ E’ PIU’ DIFFICILE DIVENTARE SOCI»
Niente soci, siamo inglesi. Titolava così, a ottobre scorso, la copertina di Mag by legalcommunity.it. Nell’anno fiscale 2012/13, sono stati appena 5 i soci promossi nelle 11 strutture d’origine anglosassone attive nella Penisola. Neanche uno per studio. Esattamente come l’anno prima. E il trend sembra continuare anche nell'anno appena cominciato.
Nelle scorse settimane, legalcommunity.it ha dato notizia dell'assenza di soci italiani nell'annuale giro di promozioni annunciato dal quartier generale dello studio anglo americano Hogan Lovells. Gli anglo americani, in Italia, hanno però tre of counsel.
Nei giorni scorsi, invece, è stato Allen & Overy ad anticipare le promozioni previste per il nuovo anno. E anche in questo caso, lo studio non ha annunciato alcun socio mentre ha nominato quattro counsel. Meglio di quanto ottenuto per l'esercizio in corso, quando è stato fatto un solo counsel nella sede di Roma dello studio. Ma resta il fatto che accedere alla partnership sembra ancora un'impresa ardua per gli associate delle lawfirm. Da cosa dipende questa tendenza? Legalcommunity.it lo ha chiesto a Massimo Greco (nella foto) co-managing partner di Allen&Overy in Italia.
Avvocato Greco, Allen & Overy torna a promuovere dei counsel in Italia. Il Paese è ancora un mercato strategico per la law firm?
Assolutamente sì. Le nomine confermano la volontà dello studio di promuovere avvocati di qualità che si occupano di settori di nicchia, particolarmente strategici.
Ma lo studio continua a non nominare nuovi soci. Perché?
Nominare soci, oggi, è più difficile. La crisi ha contribuito a rendere più severi i criteri con cui viene concessa l’ammissione alla partnership.
Avete un’equity troppo alta?
Non è solo una questione economica. Certo, si considera il fatturato che un avvocato può generare in prospettiva, ma non misuriamo tutto in soldi.
Quali sono, allora, i criteri da rispettare per essere ammessi alla partnership?
Personal case e business case.
Di cosa si tratta?
Il primo considera le qualità personali del singolo professionista, la sua capacità di fare squadra e il livello di integrazione nella cultura di studio.
E il secondo?
Guarda alle prospettive della practice di riferimento. Se il settore, nel medio lungo periodo, è considerato strategico e con importanti margini di crescita, probabilmente è un settore in cui lo studio può decidere di investire anche in nuovi soci.
In questo quadro, come si collocano i counsel?
Questo titolo, che Allen & Overy ha in diverse sedi, identifica avvocati di alta professionalità che si occupano soprattutto di settori molto specialistici, ad esempio qui in Italia assicurazioni, lavoro, amministrativo e IP. Si tratta di un passo in avanti nel percorso della carriera professionale.
Ma questa posizione può essere considerata anche un preludio alla partnership?
Certamente. Come detto è’ una qualifica che attribuisce ai professionisti la responsabilità, in particolare, di un settore strategico e di un portafoglio clienti. Il passaggio alla partnership è senz’altro possibile, nella misura in cui ciascun counsel continuerà a sviluppare con successo la propria attività nel settore di riferimento.