Gli avvocati scoprono la resilienza finanziaria

di nicola di molfetta

Ogni crisi è una prova. Un esame. Il modo in cui la si affronta dice molto su chi siamo. E spesso cancella ogni ipocrisia per lasciare spazio alla sostanza. Ai fatti.

L’emergenza Covid19, così inattesa e così tremenda, sta rappresentando un test clamoroso per gli studi legali associati. La cartina al tornasole di tutte le politiche e le strategie volte a coltivare i talenti, premiare le persone, restituire attenzione e importanza al fattore umano all’interno di una professione sempre più fatta di processi, numeri e bilanci.

Come leggerete nel pezzo che firmo in copertina, la reazione che la stragrande maggioranza degli studi legali sta avendo in questa prima fase di contrasto degli effetti della crisi, sembra confermare quello che tanti professionisti e manager di settore avevano dichiarato in diverse occasioni negli ultimi due anni. L’umanesimo forense non è rimasto confinato alla stagione delle vacche grasse. Gli avvocati, intesi come persone prima che come tecnici del diritto al soldo di organizzazioni dedite alla produzione di servizi legali, sono davvero considerati il centro. L’asset su cui si reggono e grazie al quale prosperano tutte le law firm.

Chi è nuovo alla frequentazione di questo ambiente resterà interdetto dinanzi all’ovvietà dell’assunto. Eppure, vi assicuro, c’è stato un passato (recente) in cui aumentare o alleggerire il peso della struttura professionale di uno studio, a seconda dei momenti e delle congiunture più o meno favorevoli, era considerata non solo una pratica lecita (gli avvocati non sono dipendenti degli studi legali) ma anche inevitabile, per far fronte alle difficoltà della crisi e alla prospettiva di un’inevitabile riduzione dei flussi di cassa e dei guadagni.

Questa emergenza ha definito, una volta per tutte, la nuova dimensione collettiva in cui si sostanziano gli studi legali d’affari. Il gruppo, e i talenti di cui si nutre sono un valore da preservare.

La scelta di non ridurre gli organici e di attingere alle risorse dello studio per far fronte al rallentamento dei mandati e alla riduzione degli incassi è la prova provata che qualcosa è (davvero) cambiato in quelli che sono considerati i fondamentali della buona gestione delle organizzazioni professionali.

Siamo dinanzi a un nuovo paradigma che si esprime anche nel linguaggio e nelle immagini con cui gli studi stanno cercando di raccontare le loro politiche.

In particolare mi ha colpito l’iniziativa di Ashurst che lo scorso 16 aprile ha ufficializzato l’adozione di un programma di interventi denominato, con grande acume, Stronger Together: più forti insieme.

Le parole sono importanti, diceva il Moretti di Palombella Rossa, e credo che questo sia ancora più vero nel momento in cui chi gestisce un’organizzazione complessa è chiamato a raccontare e far accettare ai colleghi delle scelte difficili.

Sebbene l’intento di preservare gli organici della struttura possa, infatti, sembrare di per sé un dato capace di giustificare la pillola del taglio delle distribuzioni mensili degli utili ai soci, o quella della riduzione degli aumenti programmati ovvero dell’abbassamento dei compensi in cambio di una contrazione del tempo lavorato, è ovvio che il concetto di sacrificio (o se si preferisce di sforzo collettivo) va comunicato in modo tale che venga vissuto come scelta di cui essere orgogliosi e non come imposizione da cui venire penalizzati.

Quella a cui assistiamo è l’affermazione di una forma di resilienza finanziaria in cui gli studi legali per la prima volta dimostrano la fondatezza dell’assunto che pur essendo, di fatto, delle aziende, sono comunque realtà diverse dal resto del panorama imprenditoriale tradizionale.

Detto questo, resta il fatto che la capacità di resistenza e tenuta delle strutture sarà inevitabilmente legata al fattore tempo. Al numero di mesi in cui questa crisi produrrà gli effetti più pesanti. L’impegno a non lasciare indietro nessuno, a giudicare da quello che stiamo riscontrando, durerà almeno fino alla fine dell’anno per la maggior parte degli operatori. Poi, si vedrà.

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– ELISABETTA CACCAVELLA ENTRA IN PWC TLS COME ASSOCIATE PARTNER
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– NCTM POTENZIA L’INDUSTRY ARTE CON UN TEAM SPECIALIZZATO
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Nel frattempo, nell’IT, Cisco Systems compra Fluidmesh Networks e TeamSystem si aggiudica MBM Italia

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SALVATE IL SOLDATO DEAL
L’emergenza coronavirus infetta il mercato dell’m&a. Quasi 90 deal annunciati nel primo trimestre 2020. Ma alcuni dossier cominciano a essere “congelati”. Le operazioni ora sul mercato
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di nicola di molfetta

Webinar
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CRISI E AMMORTIZZATORI: NON COMPLICATE ULTERIORMENTE
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Andrea Polizzi e Simone Ranucci Brandimarte raccontano l’idea di dar vita a un’organizzazione che promuova anche in Italia lo sviluppo del settore: «Ci sono grandi margini di sviluppo»
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BANCHE, UN RISCHIO CHIAMATO LEVERAGED BOUYOUT
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