Freshfields cambia passo: la rivoluzione silenziosa di Ermelinda Spinelli
A volte i cambiamenti più profondi avvengono senza proclami, ma attraverso passaggi preparati nel tempo e resi naturali dalla loro coerenza. Guardiamo a cosa sta succedendo da alcuni anni a Freshfields in Italia, dove lo studio sta implementando un ricambio generazionale inaugurando una nuova fase della sua presenza sul mercato. Prima con la gestione di Francesco Lombardo (managing partner della law firm nel Paese dal marzo 2022 allo scorso giugno). E adesso con l’avvio di una nuova fase guidata da Ermelinda Spinelli, prima donna socia della firm nel Paese e da luglio nuova managing partner, insieme a una generazione di professionisti cresciuti in un ambiente internazionale e abituati, fin dal primo giorno, a ragionare in una logica che supera i confini.
Spinelli è in Freshfields da vent’anni. Si definisce una «nerd dell’antitrust», e in effetti è così che tutto è iniziato: un Erasmus nei Paesi Bassi, l’incontro con una materia che in Italia era ancora marginale, l’entusiasmo per un diritto complesso e globale, che si presta naturalmente al lavoro a più voci tipico delle grandi law firm internazionali. Da lì Bruxelles, sette anni nel cuore dell’Europa, e poi il ritorno in Italia nel 2012. È il percorso di una professionista che ha costruito la propria identità dentro la cultura Freshfields, intercettando – quasi per istinto – il valore della collaborazione, del dialogo, della complementarità tra competenze.
Ed è esattamente questo approccio che oggi la guida come managing partner. «Interpreto il ruolo come servizio», racconta a MAG. La sua aspirazione? «Mettere le persone intorno a un tavolo e far succedere cose». Non slogan, dunque, ma una postura che alla retorica del “cliente al centro” – immaginato da Spinelli come una figura circondata da avvocati in modo quasi soffocante – preferisce l’immagine del “camminare al fianco dei clienti”. Una scelta di campo che riflette la natura contemporanea del mercato: multipolare, incerto, accelerato. Un mondo in cui ogni operazione significativa deve essere collocata dentro una cornice geopolitica, regolamentare, industriale. «Non si può più fare M&A senza interrogarsi su come un deal parli con il contesto geopolitico e la politica industriale europea», osserva.
Il nuovo corso: collegialità, prospettiva e lo sguardo oltre i confini
Il nuovo corso della sede italiana non è però solo una questione di leadership. È soprattutto una questione di squadra. Non è un caso che Spinelli abbia voluto al suo fianco, nell’incontro con MAG, Giancarlo D’Ambrosio, arrivato come lateral partner nell’aprile 2024 dopo vent’anni in studi americani. Un ingresso che ha avuto un forte valore simbolico: Freshfields non effettuava un lateral hire in Italia dal 2003. La sua presenza testimonia la volontà dello studio di combinare crescita interna e innesti mirati, capaci di portare prospettive nuove e “fresh eyes”, come li definisce Spinelli.

«Il fatto che io sia qui da pochi mesi e prenda parte a questo racconto – dice D’Ambrosio – è già un segno dello stile di Ermelinda. Collegiale, collaborativo, aperto». Ma è anche un segno della strategia dello studio, che negli ultimi tre decenni ha sempre investito sul mercato italiano in una logica di medio-lungo periodo. Freshfields fu tra i primi studi internazionali ad approdare in Italia (a Milano e Roma) alla fine degli anni ’90, quando ancora pochi guardavano al Paese come un mercato strategico. Oggi, mentre molte firm americane accelerano la loro espansione europea e il mercato legale italiano vive una competizione senza precedenti, la presenza di Freshfields resta centrale. E gli investimenti continuano.
«La nostra è una logica sovranazionale – sottolinea Spinelli –. Non esiste un piano per l’Italia in quanto tale. Ogni riflessione nasce dentro un contesto globale, perché è così che ragionano i nostri clienti e così che si muovono i nostri team».
Numeri, operazioni e posizionamento
Dietro la narrativa del passaggio generazionale c’è però una sostanza solida, misurabile nei risultati degli ultimi sei mesi. Una sequenza di operazioni che ha visto Freshfields tra i protagonisti del corporate M&A e del private equity in un mercato tutt’altro che semplice.
D’Ambrosio li elenca con naturalezza: la vendita di Casa Optima per Charterhouse; l’operazione Objectway per Cinven; il take private di EMS; l’assistenza a Blackstone e Goldman Sachs nella vendita di Prima Assicurazioni ad Axa, la fusione transfrontaliera di Credit Suisse Italia in UBS SE. A questi si aggiungono deal industriali strategici come la cessione della divisione Difesa di Iveco a Leonardo, e il recente memorandum of understanding della stessa Leonardo con Thales e Airbus, due operazioni strategiche per l’industria spaziale e della difesa nazionale in un momento complesso dal punto di vista geopolitico.
Il filo rosso che unisce questi mandati è il livello di complessità tecnica, regolamentare e geopolitica. «Le operazioni richiedono sempre più competenze specialistiche integrate», spiega D’Ambrosio. «In questo, la nostra piattaforma – M&A, antitrust, leverage finance, tax, labour, energy, amministrativo, data protection – ci consente di seguire clienti sofisticati in operazioni cross-border e in settori altamente regolamentati come infrastrutture, transizione energetica, digitale».
Un posizionamento che, in un mercato rallentato, ha permesso allo studio di mantenere un ruolo di primo piano.
Ricambio generazionale e crescita “nimble”
Alla base del nuovo corso c’è un altro elemento spesso trascurato nel dibattito sul mercato: la capacità di pianificare i cambi generazionali. «Non tutti gli studi – osserva D’Ambrosio – hanno pianificato in anticipo un ricambio vero, con ruoli di responsabilità autentici». Freshfields, al contrario, lo ha fatto: lo dimostrano le promozioni interne (due counsel nel 2025, due nel 2024, un partner nel 2023), la struttura stabile di circa 120 avvocati e la scelta di rimanere “nimble”, agili, senza puntare a diventare uno studio da centinaia di professionisti.
Questo equilibrio tra crescita interna e selettività nei lateral è parte del DNA dello studio. «Se un domani considereremo altri candidati – precisa Spinelli – sarà sempre in un’ottica di prospettiva, non per portare acriticamente fatturato. Non è la nostra logica».
Il futuro: competenze, persone, coerenza
Guardando avanti, la visione è chiara: continuare a crescere attraverso le persone, mantenere una cultura forte e riconoscibile, restare vicini ai clienti in un mondo che cambia più velocemente dei modelli tradizionali dell’avvocatura d’affari.
Spinelli insiste su un punto: «Le cose che dici non valgono niente se non c’è coerenza nel comportamento giorno per giorno». È il suo segno distintivo: niente slogan, niente artifici, ma un modo di lavorare che punta alla complementarità delle competenze, all’integrazione reale tra practice e uffici, alla capacità di fermarsi un istante prima di agire per chiedersi: “Con chi posso farlo meglio? Chi mi aiuta ad aggiungere valore?”.
Forse è lì che si gioca davvero il futuro di Freshfields in Italia. In un equilibrio nuovo tra tradizione e innovazione, coraggio e continuità, storia e generazione che verrà. Una generazione che – per la prima volta – nasce già dentro una cultura globale e non deve più impararla da zero.
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