Dla Piper, approccio integrato alle scienze della vita
Le scienze della vita sono diventate un’area di attività strategica per il mercato dei servizi legali. Il caso Dla Piper è emblematico. MAG ne ha parlato con i soci Roberto Valenti e Marco de Morpurgo, rispettivamente head life sciences sector e global co-chair life sciences sector della law firm.
«Si tratta della prima area su cui lo studio ha deciso di investire a livello internazionale – racconta Valenti – prima ancora che venisse implementata la strategia dei sector. Da oltre 10 anni esistono due sector head life sciences a livello globale (internazionale e USA), sector head a livello di singolo Paese, e una strategia comune definita fra i sector head global e i responsabili del sector nelle diverse giurisdizioni. Bisogna considerare d’altra parte che negli ultimi 15 anni il primo cliente dello studio a livello internazionale per fatturato è Pfizer».
L’Italia conta molto nel sector life sciences di Dla Piper. De Morpurgo è global sector head da tre anni, e ha contribuito a sviluppare in modo significativo il sector e le interazioni con gli Stati Uniti. Valenti, è responsabile del sector in Italia da oltre dieci anni, ed è appena stato confermato nel ruolo per il prossimo triennio. Inoltre, per capire la peculiarità dell’approccio di Dla Piper alla materia, devono essere menzionati alcuni soci riconosciuti come professionisti di standing che seguono clienti di sector e hanno nell’ultimo anno seguito operazioni importanti in questo ambito. Fra loro Raffaella Quintana e Antonio Carino (compliance e white collar crime), Giorgia Romitelli (diritto amministrativo), David Marino (diritto assicurativo), Francesco Cerasi, Goffredo Guerra e Danilo Surdi (corporate) Christian Montinari (tax) solo per citarne alcuni. Fra gli associate una menzione particolare meritano Francesco Lalli e Nicola Landolfi (rispettivamente white collar crime e regolatorio a Roma) e Veronica Rossetti (white collar crime a Milano).
Insomma, lo studio ha puntato tutto sull’amalgama di competenze diverse a livello internazionale e italiano con profonda conoscenza del settore per offrire un servizio integrato.
Le cifre descrivono i risultati ottenuti su questo versante dalla law firm. «Sia a livello italiano che a livello internazionale il sector life sciences produce una parte importante (attorno all’8%) del fatturato globale – riprende Valenti –. Nell’ultimo anno fiscale (maggio 2020/aprile 2021) a livello internazionale il fatturato è stato di oltre 56 milioni di sterline (cui si aggiungono quasi 140 milioni di sterline negli Stati Uniti), con un incremento anno su anno di quasi il 15%, soprattutto in ambito IPT, litigation & regulatory e corporate. È cresciuto anche il fatturato italiano, che si attesta sui 6 milioni di euro, ciò che ha fatto dell’Italia la terza giurisdizione in assoluto per livelli di fatturato a livello di international dopo UK e Australia, ma prima di Francia e Germania».
Si potrebbe pensare che tutto sia cominciato con l’emergenza Covid, ma non è così. «Il settore è in grandissima ascesa da ben prima del Covid, perché aumenta dappertutto l’aspettativa di vita, e vivendo di più le persone hanno più bisogno di ricorrere a cure mediche», sottolinea Valenti. E poi aggiunge: «La crescita è significativa sia in ambito farmaceutico che con riferimento ai dispositivi medici, con investimenti molto significativi in ricerca e sviluppo sia del pubblico che del privato. Dal punto di vista dei servizi legali, si tratta di un settore estremamente sofisticato governato da un quadro giuridico e regolatorio sempre più complesso, il quale richiede veri e propri specialisti di settore». …
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