Crisi e cambiamento: il mercato legale è già immune?

di nicola di molfetta  

A giudicare dai dati di pre-consuntivo, il 2020 non è stato quel grande disastro che in tanti pensavano, almeno per il mercato dei servizi legali d’affari.

In questo numero di MAG analizziamo l’andamento dell’m&a, settore chiave per gran parte dell’avvocatura impegnata in questo segmento. E la straordinaria quantità di operazioni miliardarie che l’esercizio appena trascorso ha messo in serie non può che lasciare stupefatti.
Anche le stime sui conti di buona parte delle strutture interpellate fino a oggi sembrano confermare questo mancato sfacelo: molti tengono, qualcuno cresce.

Tutto bene allora? Andiamo avanti come se nulla fosse accaduto?

Cautela. Il 2020 ha beneficiato di alcune condizioni peculiari. L’abbrivio di un 2019 di straordinaria crescita, l’abbondanza di operazioni di sistema (che non si fermano, a prescindere), la disponibilità di liquidità dei grandi investitori internazionali e la capacità di resistenza dei big player del mercato hanno inciso in maniera sostanziale su questo risultato.

L’anno appena cominciato, invece, suonerà un’altra musica? Quasi certamente sì. Con quali effetti per il mercato dei servizi legali? È tutto da vedere.

Certo non suona bene l’eco di alcune notizie provenienti da Oltremanica dove, a quanto pare, alcune law firm, dopo aver passato il 2020 a stringere i denti ed evitare di ricorrere a tagli, hanno deciso di mettere mano agli organici cominciando a sfoltire (in particolar modo) le strutture di staff. Casi isolati? Per il momento parrebbe di sì. Ma il mood con cui alcune strutture hanno scelto di inaugurare il 2021, lascia quantomeno interdetti.

Venendo alle cose di casa nostra, invece, l’effetto principale della crisi pandemica sembra essere stato quello di accelerare il processo di ridefinizione del mercato con le grandi strutture intente a diventare sempre più grandi e le “piccole” divise tra chi ce la fa da sola e diventa polo d’attrazione strategico e chi ha bisogno di trovare una nuova collocazione sul mercato, magari dando vita a un nuovo progetto.

Le aggregazioni non saranno un dato esclusivo del 2020. Con grande probabilità ne vedremo molte anche nel corso di questo 2021. Così come vedremo sempre più nuovi operatori farsi largo sulla scena. Studi legali o piattaforme digitali intenzionate ad aggredire specifiche aree di mercato, sottraendo spazio e quote all’avvocatura tradizionale.

In realtà, dunque, non possiamo dire che il mercato dei servizi legali si sia dimostrato immune rispetto agli effetti della pandemia. Piuttosto sembra confermata la sensazione che il settore abbia mostrato e continuerà a riportare i sintomi del virus del cambiamento.

A delineare i tratti salienti di questa stagione che, Covid o no, si muove in linea di continuità con quella che ho cominciato a raccontare in Lex Machine, è uno degli osservatori più acuti del settore, Mark A. Cohen su Forbes.com. Nel suo recente articolo, “A Post-Pandemic Survival Kit For The Legal Industry”, l’economista e ceo di Legalmosaic ha indicato 35 punti su cui ogni operatore del mercato dovrebbe riflettere per capire il suo livello di preparazione rispetto al prossimo futuro. Per usare le parole del mio amico Federico Fontana (con cui conduco il podcast Legal Design Insight): “sono meno della metà delle 95 tesi di Lutero, ma hanno la stessa carica eretico-riformista”. Qui ne riporterò solo una, che però mi sembra essere la più dirompente: «Il mercato dei servizi legali sta portando avanti una gap analysis. Nota per gli avvocati: non la state conducendo voi, ma i clienti».

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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