Avvocati d’affari: nel 2020 i cambi di poltrona hanno spostato 104 milioni di euro

di nicola di molfetta

Mai così tanti. Mai così tanto. Il 2020, l’anno della pandemia di coronavirus, è stato anche l’anno dei record sul versante dei cambi di poltrona nel mercato dei servizi legali.

Sotto la lente dell’osservatorio di Legalcommunity sono finiti quasi 180 spostamenti di avvocati con la qualifica di “partner” (l’analisi non distingue tra equity e non): il 12,7% in più rispetto a quanto fatto registrare nell’anno precedente.

Balzo da primato anche per il valore complessivo di queste operazioni: il fatturato spostato dagli avvocati e dai professionisti che hanno cambiato casacca nel corso dell’ultimo esercizio, infatti, è stimato poco al di sopra di quota 104 milioni di euro, in netto aumento rispetto a quanto registrato nel 2019: +36,8%.

In media, secondo questa rilevazione, il business case di un professionista che si fregia in generale del titolo di partner si è attestato a 590mila euro. Il dato torna a salire (l’anno scorso il fatturato medio dei soci che si erano spostati era risultato di 490mila euro) e supera di poco quello registrato nel 2018 (580mila euro).

I profili con un business case stimato pari o superiore a 500mila euro sono risultati il 41,2% del totale. Mentre quelli con un business case pari o superiore al milione di euro sono circa il 13%, in aumento rispetto al 6,7% riscontrato un anno fa.

Per trovare una chiave di lettura di questi dati va sicuramente considerato l’elevato numero di spostamenti e riassetti di studi che si è registrato nel corso dell’anno appena terminato. Interi blocchi di professionisti hanno cambiato casacca ovvero hanno fondato nuovi progetti portando con loro gran parte dell’avviamento costruito negli anni (in questi casi, a voler essere pignoli, non  si parla di lateral hire ma solo di cambi di poltrona).

Poi c’è stato senz’altro l’effetto crisi. I periodi complicati, sul mercato, sono tradizionalmente caratterizzati da un’accelerazione sul fronte degli spostamenti ovvero dell’avvio di nuovi progetti. Si tratta di fasi in cui la possibilità di riflettere su un percorso o di immaginare nuove soluzioni per approcciare il settore in maniera più efficace e in linea con il new normal facilita la maturazione di nuove idee e spinge i più creativi al perseguimento del cambiamento, considerato ormai un valore oltre che un’opportunità.

Sono due le operazioni che si contendono il “titolo” di lateral dell’anno. Da un lato, il passaggio di Roberto Cappelli da Gop alla boutique Rccd. Dall’altro l’integrazione di Ludovici Piccone & Partners in Gatti Pavesi Bianchi.

Entrambe queste operazioni hanno avuto un impatto radicale sull’assetto e la struttura delle organizzazioni che le hanno realizzate. Non a caso, entrambe hanno prodotto un cambio di denominazione per gli studi che hanno acquisito le nuove professionalità. Il primo è diventato Cappelli Rccd (si veda il numero 152 di MAG), il secondo, invece, ha cambiato brand all’inizio di quest’anno diventando Gatti Pavesi Bianchi Ludovici.

In un certo senso, potremmo definirle due operazioni trasformative nel senso che entrambe sono destinate a imprimere un cambio di passo e un nuovo posizionamento alle associazioni che le hanno realizzate.

Con l’arrivo di Cappelli e del suo team (di cui fanno parte anche le socie Stefania Lo Curto e Valentina Dragoni), lo studio Rccd è riuscito a consolidare il presidio dell’area corporate m&a sulla quale stava investendo da tempo (solo quest’anno, è bene ricordarlo, lo studio fondato da Silvio Riolo, Paolo Calderaro, Michele Crisostomo e Alberto del Din aveva già aperto le porte a Giuliana Durnad e Aian Abbass, quest’ultima entrata come of counsel) diventando inevitabilmente uno dei player capaci di “fare il mercato” in questa practice.

Nel caso di Gatti Pavesi Bianchi, invece, l’integrazione con Ludovici Piccone & Partners da un lato conferma e consolida la strategia multipractice portata avanti nello sviluppo della struttura in questi anni (in cui si inserisce anche l’ingresso di Valentina Canalini, esperta di infrastrutture ed energy, annunciato a inizio 2020. Si veda il numero 136 di MAG) dall’altro però sancisce l’ingresso dell’organizzazione nel mercato tax, da cui fino a questo momento era assente, attraverso l’integrazione di un team che è stato tra i protagonisti del settore negli ultimi cinque anni. Grazie a questa operazione, inoltre, Gatti Pavesi Bianchi Ludovici dovrebbe riuscire a staccare in maniera netta (in termini di ricavi) il resto delle insegne che vengono identificate come super boutique partendo da una base di almeno 50 milioni di euro.

Queste due operazioni sono anche paradigmatiche di quello che il mercato ha cercato in questi ultimi dodici mesi. Corporate m&a e tax sono le aree di pratica in cui opera la maggior parte dei professionisti che si sono spostati: rispettivamente 19 e 21,5%.

Tra i corporate lawyer, possiamo ricordare…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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