Albo avvocati, via il minimo di 5 cause all’anno
Cambiano le norme che regolano il mondo degli avvocati. Per restare iscritti all’albo, infatti, non servirà più aver svolto almeno cinque cause in un singolo anno.
Lo stabilisce un decreto del ministero della Giustizia, che ha ricevuto l’ok dalle commissioni Giustizia di Camera e Senato, oltre che il via libera del Consiglio di Stato. L’atto del governo, preso su impulso della Commissione europea, va a modificare il decreto 47 del 2016, attuativo della riforma della professione forense, legge 247 del 2012.
Per poter restare iscritto all’albo, un avvocato deve svolgere la professione in maniera effettiva, abituale, continuativa e prevalente. I requisiti da dimostrare sono diversi: disporre di un locale, avere un’utenza telefonica dedicata alla propria attività, una partita Iva, un indirizzo di posta elettronica certificata – che va comunicato all’Ordine -, una polizza assicurativa che copra i rischi derivanti dalla professione ed essere in regola con la formazione continua. Oltre, almeno finora, ad aver svolto un minimo di cinque affari in un anno.
Proprio quest’ultimo limite è destinato a scomparire. La norma che lo prevede è stata oggetto di una procedura d’infrazione europea contro l’Italia. La Commissione Ue ha ritenuto il requisito delle cinque cause all’anno troppo rigido e il nostro Paese è dovuto correre ai ripari. E anche se il Consiglio nazionale forense si è espresso contro l’eliminazione, il ministero della Giustizia è andato per la sua strada: questo vincolo – con il favore del Parlamento – verrà cancellato.