Arbitrato, CAM: “Nel 2020 +18% di domande. Controversie per complessivi 836 milioni”

La CAM – Camera arbitrale di Milano ha diffuso i dati relativi all’utilizzo dello strumento arbitrale nel 2020, e si tratta di numeri incoraggianti. Lo scorso anno, infatti, sono state depositate 120 nuove domande, dato in crescita del 18% rispetto al dato del 2019. Il valore complessivo delle liti gestite è di oltre 836 milioni di euro; è di circa 7 milioni di euro il valore medio per arbitrato.

Le parti che hanno fatto ricorso all’arbitrato sono persone giuridiche nel 68% dei casi (si tratta di società di capitali nel 55% dei casi), di persone fisiche nel 32% dei casi. Nel 58% dei casi si sono avvalse di un collegio arbitrale di tre arbitri; nel 42% di un arbitro unico. Le dispute in ambito societario sono state nettamente le più frequenti (48% del totale, con incremento del 37% rispetto all’anno precedente), seguite da quelle su appalti (9%), cessione ramo d’azienda (7,5%) e fornitura (7%). 178 sono state le nomine degli arbitri nei procedimenti arbitrali, delle quali il 47% è avvenuto per opera delle parti, il 39% da parte del Consiglio Arbitrale, il 9% da parte di co-arbitri, il 3% da parte del Presidente della Camera Arbitrale di Milano.

Passando a esaminare le caratteristiche degli arbitrati del 2020, vediamo che nell’83% dei casi si tratta di procedimenti nazionali (cd. arbitrato interno), e internazionale (con almeno una parte straniera) nel restante 17% dei casi. La durata media dei procedimenti è di 11,5 mesi, che scendono a 9 nel caso in cui le parti si affidino ad un arbitro unico. Mediamente, dalla redazione della clausola compromissoria alla lite passano 4 anni e 7 mesi.

Ma come finiscono più spesso gli arbitrati? I dati della CAM fanno luce anche su questo: nell’ultimo anno, nella maggioranza dei casi (51%) l’arbitrato è stato archiviato o transatto per rinuncia agli atti; nel 41% dei casi è arrivato a un lodo. Il 7% dei procedimenti si è estinto per mancato pagamento dei fondi.

Il direttore generale della CAM Stefano Azzali (nella foto) ha così commentato i dati: “Sempre più le imprese riconoscono l’efficacia dell’arbitrato nel risolvere le controversie in un tempo ragionevole e, come sappiamo, l’efficienza della giustizia è uno degli indicatori più importanti per favorire la competitività e il consolidamento economico di un Paese, tema questo al centro del dibattito politico anche nell’ottica di definizione del Recovery Plan”.

redazione@lcpublishinggroup.it

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