Fantozzi & Associati fa rotta su Firenze

Nome, governance, strategia. La gestione del passaggio generazionale in uno studio professionale legato alla figura carismatica del fondatore che ha nutrito col suo talento la storia e il successo di quell’organizzazione deve passare sempre da questi tre step.

Ciascuno, a suo modo, delicato. Ciascuno, a suo modo, capace di mettere a repentaglio la prosecuzione di un progetto, indipendentemente dal successo che questo ha avuto fino a quel momento.

Un anno fa ci lasciava Augusto Fantozzi. Decano dei fiscalisti italiani. Allievo di Gian Antonio Micheli (una “scuola” da cui sono usciti altri grandi del settore, si pensi a Franco Gallo o Giulio Tremonti). Professore universitario (con lui si laureò, tra gli altri, Tommaso Di Tanno). Ex ministro delle Finanze oltreché del Bilancio e della Programmazione economica durante il governo Dini di metà anni Novanta. Ma soprattutto, almeno per quel che interessa gli osservatori del mercato dei servizi legali, fondatore di una delle tax boutique più autorevoli e quotate: lo studio Fantozzi & Associati: quaranta professionisti, di cui sette soci e tre sedi in Italia a Roma, Milano e Bologna.

Anche per i soci del professor Fantozzi, la to do list all’indomani dell’uscita di scena del fondatore dello studio contava queste tre voci: nome, governance e strategia.

La definizione dell’accordo con gli eredi dell’ex ministro risale a poche settimane fa. Lo studio continuerà a chiamarsi Fantozzi & Associati. «È stata una decisione naturale – dice a MAG Francesco Giuliani, office partner della sede di Roma, litigator di razza con un debole per i Rolling Stones- sia per noi che per la famiglia che ha riconosciuto a questo gruppo di professionisti la capacità di esprimere un effettivo rapporto di discendenza professionale dal professore».

Del resto si tratta di una squadra i cui componenti sono chi più chi meno accomunati dalla lunga militanza nelle fila dello studio. Il socio Roberto Tieghi, per esempio, è in squadra dal 1982 (socio dal 1984). Per il resto, sempre guardando ai partner, Daniele Di Prospero è in studio dal 1990 e socio dal 1999 assieme a Francesco Giuliani ed Edoardo Belli Contarini. Mentre Alessandro Catapano Minotti, Lucia Montecamozzo (office partner della sede di Milano) e Andrea Montanari (office partner della sede di Bologna) sono diventati partner dello studio rispettivamente nel 2007, 2011 e 2015. «Tra noi ci sono anche collaboratori che sono in studio da più di vent’anni», sottolinea Giuliani per dare ad intendere che in questo «studio“artigianale” (confesso che il termine boutique non lo sopporto! La boutique vende, mentre l’artigiano crea…) il rapporto tra le persone non è dettato da sole logiche di business. Il rispetto umano e professionale è a livelli altissimi». 

Tanto che l’organizzazione ha scelto di darsi una governance collegiale. «Anche se non si tratta di una scelta compiuta in questo ultimo anno – sottolinea Giuliani -. Assieme al professore avviammo il “cantiere” del passaggio generazionale nel 2017, cominciando un processo che si sarebbe dovuto compiere in via definitiva proprio in coincidenza dei suoi ottant’anni, a giugno 2020».

Addirittura, ricorda Lucia Montecamozzo, «da giugno 2018 la nuova organizzazione era già diventata operativa».

Insomma, Augusto Fantozzi e soci avevano avviato da tempo la riforma della gestione dello studio  («la transizione sul fronte della gestione dei clienti e dello sviluppo del business era cominciata anche prima», aggiunge l’avvocato ) decidendo di affidarne la guida a due organi: l’assemblea dei soci e il comitato esecutivo. «La prima – prosegue Giuliani – ha il compito di prendere tutte le decisioni strategiche. Il secondo, invece, è chiamato a garantire la loro attuazione pratica». Nessun managing partner. Nessun uomo (o donna) solo al comando. Gli office partner, che completano la struttura della governance, sono i soci referenti di ciascuna delle sedi territoriali dello studio.

E proprio al territorio guarda il futuro dell’associazione. Roma è la città in cui l’associazione ha le sue radici più profonde. La sede, all’ultimo piano di un palazzo in via Sicilia, a due passi da Via Veneto, ricorda e racconta la storia professionale del fondatore e le sue passioni: le rose, che adornano la grande grande terrazza e i pesci tropicali che nuotano nell’acquario che Augusto Fantozzi curava di persona.
Poi c’è Milano. Fin dal 1975 lo studio ha avuto una presenza importante nella capitale morale. All’epoca in virtù dell’alleanza con lo studio Biscozzi. Oggi, in maniera autonoma e, dopo l’uscita dei soci che nel 2018 diedero vita a Led Taxand, in fase di ampliamento.

All’elenco, poi, nel 2006 si è aggiunto quello di Bologna a cui dovrebbe presto seguire l’avviamento del presidio di un’altra piazza strategica per il mercato tax nazionale: Firenze.

«Siamo in una fase di espansione – dice Giuliani -. Stiamo per ufficializzare un accordo di partnership con lo studio Lombardi commercialisti & avvocati a Firenze. Un’intesa che prevede un anno di collaborazione tra le nostre strutture e al termine del quale, se le cose andranno come auspichiamo, dovrebbe portare alla confluenza dello studio in Fantozzi & Associati che così si troverà ad avere la sua quarta sede sul territorio nazionale». L’idea, prosegue l’avvocato, «è quella di espanderci prendendo realtà di grande qualità e aprendo sedi con il nostro brand».

Al netto della tradizionale vocazione internazionale dello studio, la territorialità è un dato fondamentale per in particolare per le attività di consulenza e per il contenzioso, come sottolineano i soci. La possibilità di…

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