L’antica Accademia Olimpica di Vicenza, assistita da Adacta, è stata ammessa all’Art Bonus
L’antica Accademia Olimpica di Vicenza, assistita da Adacta, è stata ammessa all’Art Bonus, l’importante incentivo fiscale che attribuisce un credito d’imposta del 65% a favore dei soggetti che effettuano donazioni per la tutela del patrimonio storico-artistico nazionale. L’Agenzia delle Entrate, con un parere destinato a fare scuola, ha esteso per la prima volta questo regime fiscale ad un soggetto di diritto privato, andando oltre l’ambito ristretto del restauro dei beni culturali pubblici.
Fondata nel 1555 da un gruppo di intellettuali vicentini tra cui l’architetto Andrea Palladio, riconosciuta ente morale con regio decreto del 1935, nel 1580 l’Accademia Olimpica diede impulso alla costruzione del Teatro Olimpico, primo e più antico teatro stabile coperto al mondo, per donarlo poi nel 1813 al Comune di Vicenza, mantenendo un diritto di uso di alcuni locali in cui si trovano la sede e la Biblioteca.
Con le proprie attività l’Accademia, un organismo con personalità giuridica di diritto privato (non diramazione di un ente pubblico), contribuisce però alla vita culturale e artistica della città di Vicenza e gestisce la propria Biblioteca con un patrimonio librario di circa 30.000 opere e 500 periodici, privata ma fruibile al pubblico. Di fatto è quindi assimilabile ad un “istituto o luogo della cultura di appartenenza pubblica”: questa la posizione sostenuta da Giacomo Cavalieri e Angelo Vozza di Adacta, che hanno assistito l’Accademia Olimpica nell’interpello presentato all’Agenzia delle Entrate.
L’Agenzia delle Entrate, in conformità ad apposito parere rilasciato dal MIBACT, ha accolto questa soluzione interpretativa considerando l’Accademia come un istituto di natura sostanzialmente pubblicistica e ha dato parere favorevole alla sua ammissione all’ART BONUS, in relazione alle “erogazioni destinate al sostegno delle attività dell’istituzione riferite alla Biblioteca“.
“La risposta all’interpello è molto importante – commentano Cavalieri e Vozza di Adacta – perché estende l’Art Bonus oltre l’ambito ristretto dei beni culturali pubblici, andando nella direzione della tanto auspicata collaborazione fra pubblico e privato per la valorizzazione dei beni culturali. È la prima volta che accade: finora l’Agenzia delle Entrate aveva dato risposta favorevole solo ad una fondazione di diritto privato, costituita però da un Ministero per gestire beni artistici e architettonici di proprietà dello Stato”.
Nei 3 anni di entrata in vigore dell’Art Bonus sono stati raccolti circa 300 milioni di euro di donazioni, con oltre 1300 interventi finanziati da circa 6400 mecenati.