Il mercato dei capitali vede la ripresa economica

Capitalizzare le imprese. La priorità del sistema Italia, una volta passata la bufera del Covid-19, dovrebbe essere questa. Al momento, infatti, il governo e le varie istituzioni finanziarie si stanno focalizzando sul garantire debito. Ma le imprese italiane, storicamente sottocapitalizzate, rischiano di uscire da questa crisi sovraindebitate e ancor più carenti di equity. E sarebbe un peccato sprecare una crisi e non intervenire per rendere più fluido il mercato dei capitali. Soprattutto in termini culturali, modificando in modo strutturale la relazione tra aziende ed equity.

Luigi Labbate, responsabile equity advisory per l’Italia di Rothschild & Co, spiega, in questa intervista a MAG, cosa è successo negli ultimi dodici mesi sui mercati finanziari, che cosa possiamo ragionevolmente attenderci nell’ultima parte dell’anno e, soprattutto, che cosa manca a Piazza Affari per essere una borsa azionaria allineata ai best standard internazionali.

Partiamo dal 2019: fino all’estate abbiamo vissuto mesi di euforia; poi, improvvisamente, in autunno il clima si è raffreddato. Cosa era cambiato?

Nessuno mistero. L’anno era stato buono sino a settembre. Gli investitori sono diventati prudenti e non hanno voluto sporcare le performance ottenute dalla gestione della prima parte dell’anno. Hanno preso il fieno accumulato e l’hanno portato in cascina in vista dell’inverno.

E così si spiega perché le ipo di Ferretti e Rcf Group non sono andate in porto, nonché perché Newlat Food e Sanlorenzo sono sbarcate a Piazza Affari col vento contrario…

Non voglio entrare nello specifico delle singole storie. Diciamo che c’è stata una combinazione di stanchezza del mercato, volontà di preservare i risultati ottenuti nella prima parte dell’anno…

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