Brusa Spagnolo Tosoni, nella nuova denominazione anche Carelli
A diciotto anni dalla fondazione, lo studio legale Brusa Spagnolo Tosoni cambia denominazione e diventa Brusa Spagnolo Tosoni Carelli.
L’organizzazione, che oggi conta dodici avvocati tra cui quattro soci, è una delle insegne più conosciute sulla scena del penale dell’economia. I suoi iniziatori sono stati Paolo Tosoni, ex Diodà, Mario Brusa e Sergio Spagnolo, entrambi provenienti dallo studio del professor Federico Stella e da un’esperienza con Massimo Dinoia, assieme al quale nel 1997 avevano creato Dinoia Brusa Spagnolo.
Il loro progetto, partito nel 2001 con la denominazione Brusa Spagnolo Tosoni ha raggiunto una tappa importante, accompagnata da un ripensamento dell’assetto interno e sancita dall’integrazione nella denominazione sociale dell’avvocato Mauro Carelli. Il brand dello studio, invece, è rimasto Bst.
MAG ne ha parlato con uno dei fondatori, l’avvocato Paolo Tosoni assieme al quale ha anche cercato di tratteggiare un po’ lo scenario in cui si sta muovendo il mercato penale che negli ultimi mesi ha registrato la partenza di molte iniziative.
Nuova denominazione sociale per lo studio: perché?
Perché l’avvocato Giuseppe Alamia, nostro ex socio junior, ha costituito un nuovo studio con altri due nostri colleghi avvocati (Luciano Pizzi e Marta Carniel): abbiamo, pertanto, ripensato l’assetto del nostro studio, unendo a noi tre soci fondatori il socio Mauro Carelli.
Il nuovo name partner è un equity partner?
È un socio equity a tutti gli effetti, pur rimanendo noi tre i soci fondatori.
Venendo a temi più di scenario, il mercato penale è in evoluzione: in quale direzione si sta andando?
Il mercato del penale cd “bianco” (ossia tutto ciò che non è considerato criminalità “nera”: omicidi, droga, mafia, rapine , violenze, ecc.) segue, inevitabilmente, l’evoluzione dei reati che vengono ritenuti di maggior allarme sociale.
Ovvero?
Stiamo assistendo allo sviluppo di indagini nel settore ambientale in generale (inquinamenti atmosferici, delle acque, problemi legati al traffico e allo smaltimento dei rifiuti tossici e pericolosi, ecc.), così come per i reati fiscali e certamente per quelli contro la Pa. Ugualmente negli ultimi anni hanno avuto un incremento anche le indagini sui reati bancari (aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza) e fallimentari (nei periodi di crisi come quello che stiamo attraversando, si ha – in genere -un incremento dei reati di bancarotta fraudolenta). Ciò che ultimamente è cambiato sono i soggetti di questi reati.
In che senso?
Molte più realtà imprenditoriali e istituti bancari stranieri operano in Italia in questi settori e, quindi, impongono al penalista un approccio più internazionale ai propri clienti, sia sotto il profilo delle strategie, sia delle competenze.
Come già accaduto per i cosiddetti studi d’affari, possiamo immaginare un futuro prossimo con studi penali organizzati in dipartimenti e per aree di specializzazione? Strutture con una governance definita e un assetto studiato per limitare al massimo le inefficienze?
Per gli studi penalistici, non vedo…
PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA GRATIS LA TUA COPIA D MAG