Avvocati oggi: la professione in cinque numeri

di nicola di molfetta

Parlare dell’avvocatura è molto complicato. La professione è in piena trasformazione. E questo 2020 ha aggiunto alle variabili che già stavano alimentando i cambiamenti in atto (tecnologia, specializzazione, aziendalizzazione, ecc.) l’incognita di una crisi dagli effetti ancora difficilmente decifrabili.

Profetizzare sull’avvocatura che sarà può risultare piuttosto arduo. Ma come gli appassionati di biologia ex coronavirus, possiamo provare a capire quale fosse lo stato di salute della categoria fino a un minuto prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Il test sierologico, in questo caso, l’ha fatto la rivista Previdenza Forense che come ogni anno ha pubblicato un’accurata analisi dei numeri del settore nel suo primo numero.

Cosa dice il referto? La categoria invecchia, si femminilizza, attrae sempre meno nuove leve, reagisce al calo dei redditi ma è sempre più polarizzata con una minoranza molto ricca e una maggioranza che non gode di particolari fortune economiche.

Ragioniamo per cifre.

245 Gli avvocati italiani all’inizio del 2020 sono più di 245mila, in lieve aumento (+0,8%) rispetto al dato rilevato l’anno precedente. I professionisti crescono comunque più della popolazione italiana (-0,2%) e mediamente se ne contano 4 ogni mille abitanti che diventano 6,9 se si va in Calabria oppure 1,3 se si passa dalla Valle d’Aosta.

12 Gli avvocati under 35 si attestano al 12% del totale della popolazione forense attiva. La professione continua a perdere fascino e capacità di attrazione tra le giovani generazioni. L’età media di chi svolge ancora la professione (e non è pensionato) è di 48 anni per gli uomini e di 44 anni per le donne.

50 Le donne ormai costituiscono il 50% degli avvocati attivi in Italia. E sembrano lanciate a diventare la maggioranza visto che se si considerano i professionisti con meno di 50 anni d’età, le avvocate superano ormai di gran lunga i colleghi. Il sorpasso, invece, è ancora di là da venire se si guardano i redditi per genere. Le avvocate sono mediamente ferme a 24.378 euro mentre gli avvocati godono di un reddito di 53.681 euro. Un gap che rimane costante durante tutto l’arco della vita lavorativa. I professionisti nella fascia d’età 60-64, ovvero quelli che risultano al culmine della loro carriera (quantomeno in termini reddituali) portano a casa poco più di 41mila euro se sono donne e 80mila euro e rotti se sono uomini.

25,8 Più di un avvocato su quattro, non arriva a produrre un reddito di 10.300 euro annuo. Mentre il 6,9% della popolazione forense degli iscritti agli Albi dichiara zero. Al polo opposto ci sono 17.634 giuristi: rappresentano meno dell’8% del totale degli avvocati italiani ma producono quasi il 50% della ricchezza forense: 4,273 miliardi.

4 Il reddito complessivo Irpef degli iscritti alla Cassa forense, tra il 2017 e il 2018 è cresciuto del 4%. Uno scatto rispetto all’andamento stagnante dell’anno precedente. Un indicatore di iniziale “ripresa” rispetto agli anni più duri della crisi post 2008. Un indice che probabilmente sarà confermato dai dati 2019 ma che nel 2020 dovrà quasi certamente essere rivisto al ribasso.

Questi cinque numeri ci raccontano una storia. Narrano la vicenda di una professione che è alle prese con un profondo processo di cambiamento. Un’evoluzione, si spera. Ma per essere davvero tale ha bisogno di essere guidata con consapevolezza e capacità di visione.

Le variabili citate all’inizio di questo editoriale, a mio parere, sono i fattori a partire dai quali l’avvocatura deve lavorare per realizzare la propria rifondazione. Solo così sarà possibile rialzarsi dopo la batosta che, con ogni probabilità, sarà archiviata alla fine di quest’anno.

Serve consapevolezza. E una buona dose di visione.

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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