PRINCIPAL PER UN GIORNO

di Bizloier

Il dizionario Garzanti traduce la parola "principal" in vari modi: 1 capo, principale, titolare, direttore di scuola ecc. 2 (dir.) colui che tra più complici esegue materialmente il reato. 3 duellante (in quanto distinto dal suo padrino o secondo). E anche "(teatr.) primo attore, ruolo principale: principal boy, protagonista (gener. un'attrice in vesti maschili) di una pantomime". Tutte definizioni che più o meno si attagliano ai principals che ho conosciuto (ad eccezione, per quanto ne so, dell'attrice in vesti maschili). Prima che entrassi nel magico mondo delle international law firms, non sapevo neanche che esistesse la parola "principal". Tutto sommato la mia conoscenza dell'Inglese si limitava a "the pen is on the table" e "where are you from"? Dalle mie parti il principale è il proprietario della "baracca", tipicamente il titolare di un negozio. "Principale, mi fai 100 grammi di prosciutto?". "Mi chiami il principale, chè gli chiedo uno sconticino?" Quando poi sono arrivato nella Milano da bere, ho conosciuto i veri principals. Il loro arrivo è sempre accompagnato da trepidazione dei collaboratori e profumo di incenso. Il vestito del principal è di sartoria, così come la sua camicia. Anche le scarpe sono fatte a mano o, come minimo, delle Church's. Il principal di cinquant'anni porta ancora la borsa (lucidissima). Quello di sessanta no, una cartellina in mano basta.

Il principal ha diritto di vita o di morte sui suoi collaboratori e su di noi, i consulenti. Che di solito sono un po' disprezzati dai principals, siamo quelli delle scartoffie, un misto tra un vecchio impiegato del catasto e una sanguisuga inutile … Puoi godere di un pochino di benevolenza se sei un mid-level, perché ti guardano con una certa tenerezza, come dire: poverino, fa un lavoro inutile ma si impegna tanto… Gli advisor finanziari, se delle grandi banche d'affari, sono invece rispettati. E, anche se normalmente aggressivissimi, sono tenerissimi nell'accudire il principal. Come noi avvocati, d'altronde. Le conseguenze del disprezzo del principal ovviamente si riflettono sugli altri del suo team… Già, il team del cliente… Hai finito alle 3 del mattino di impacchettare il tuo due diligence report di 300 pagine fitte fitte, lo mandi per rispettare una deadline che proprio non si può spostare. Giorni di silenzio, nessuno ti fa una domanda. Poi a un punto l'advisor fissa la conference call con tutti gli altri consulenti per parlare delle due diligence. Ore a sentire i revisori che, per quanto mi riguarda, fanno un lavoro ancora ai limiti dell'esoterico (d'altra parte, si parla di numeri…). Meglio sentire un bell'esperto ambientale che ti parla di arsenico e cadmio, barriere idrauliche e acque di falda… Non lo so, ma mi sembra qualcosa di più reale. Arriva quindi il turno del legale. Buona parte dell'uditorio dall'altra parte del telefono è assorto nei propri pensieri, chi naviga su internet, chi chatta su Facebook (penso io…). Nessuno chiede niente e quindi tu devi sintetizzare, nei quindici minuti rimasti, 300 pagine di report… Ancora niente domande… Sale in me la convinzione che nessuno si sia letto un rigo. L'avranno almeno stampato e usato come ferma-porta? Aperto la mail? Mah. Una volta finita la super-sintesi, dici carinamente: siamo ovviamente a disposizione per ulteriori chiarimenti. A quel punto di solito un brillantone, mediamente il più piccolo d'età nel team dell'advisor ti chiede: potresti sintetizzarci tutto in una paginetta in bullet points, giusto per "main issues"? Ma dico, 300 pagine in una paginetta? Il bignamino del due diligence report? E lì capisci che il brillantone ha tutte le carte in regole per diventare un vero principal… L'attitudine c'è già. C'è poi quello più senior nel team del cliente, quello che negozia. Il negoziatore ha una concezione del tempo tutta sua. In pratica gli avvocati vivono in una specie di iper-spazio, dove il tempo ha coordinate diverse da quelle dei comuni mortali. La riunione finisce alle 3 del mattino, si è raggiunto un accordo "commerciale".

Il negoziatore è sfinito ma soddisfatto di aver trovato delle soluzioni. Le ha trovate LUI, sia chiaro. Il tuo contributo è stato perfettamente inutile… Bene, a quel punto il negoziatore guarda l'omologo di controparte e gli dice: lasciamo gli avvocati a sistemare il contratto in "legalese", poi domattina ci vediamo alle 8 per rileggere il contratto e firmare. Legalese? Ma che parola è? Come a dire, esiste una lingua degli avvocati, si tratta di tradurre dall'Italiano (e che Italiano…) alla lingua degli avvocati… Lavoro semplice, roba da traduttori… Cinque orette notturne sono più che sufficienti. Il negoziatore quando va via ti sibila, mal celando il solito disprezzo: grazie mille e scusa se farai notte, lo apprezzo molto… Che tradotto in "principalese" significa: dai un senso alle tue parcelle… In fondo, io voglio bene ai principal. Innanzi tutto per riconoscenza, in fondo sono loro che ci scelgono. E nutro un po' di invidia, come quasi ogni avvocato, verso i principal di successo, non solo per ragioni economiche ma anche per tutto il contesto… Anche per questo io vorrei per un giorno essere un principal. E al mio avvocato che mi chiede "vuole una sintesi del due diligence report?", risponderei con grande cortesia, quasi con affetto: "no grazie, due etti di prosciutto crudo vanno benissimo".

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