IL PASSATO DI GRIMALDI, IL PRESENTE DI CBA, IL FUTURO DI TONUCCI: QUESTIONE DI LEADERSHIP E INDIVIDUALISMO
di Aldo Scaringella
Martedi scorso 13 marzo abbiamo annunciato che secondo quanto ci risulterebbe sarebbe in atto una trattativa fra lo studio Cba guidato da Angelo Bonissoni, e quel che resta del vecchio e glorioso studio Grimaldi. Comunque vada questa trattativa la notizia di un negoziato è di per se degna di grande attenzione. E suscita una serie di considerazioni:
1. Lo studio Grimaldi, che per primo aveva intuito, per ben due volte i trend di mercato, precedendo il flusso storico degli eventi è stato questa volta superato dagli eventi ed è arrivato al capolinea. Lo studio alla fine del secolo scorso aveva per primo avviato la trattativa con gli inglesi, portando in Italia il primo magic circle, Clifford Chance. Era stata un'avventura la cui dinamica è risultata a posteriori win win. Entrambi avevano avuto dei benefici. Poi a inizio anni 2000, in pieno boom per gli studi internazionali in Italia, Grimaldi fa un altro passo. Si stacca da Clifford Chance. I giornali di settore inglesi dell'epoca avevano speso fiumi di parole e di ragionamenti senza comprendere una sola verità: che i grandi avvocati italiani non possono essere ingabbiati negli schemi organizzativi eccessivi e tipici della cultura britannica. Ma gli inglesi questo non l'hanno capito né prima né dopo. Per incapacità strutturale alla comprensione dei processi complessi. E che l'imperialismo ha storicamente funzionato perchè accompagnato da forme di violenza. L'imperialismo culturale inglese in Italia non è riuscito a ingabbiare nella stragrande maggioranza dei casi, i grandi avvocati italiani. Le poche eccezioni oggi rimaste, riguardano storie anch'esse di reciproca convenienza. Il miglior team di banking in Italia non può non stare con un grande magic circle londinese. E' l'unico modo per entrambi di ottimizzare il risultato con la minima dispersione di energie. Vittorio Grimaldi questo lo aveva capito e, quando i grandi italiani erano ancora in fase di riorganizzazione, era partito insieme con Roberto Cappelli e Francesco Novelli all'inseguimento di un nuovo sogno. Come tutti i grandi aveva capito in anticipo i trend e aveva mollato quello che sembrava un porto sicuro alla ricerca di nuovi traguardi. Sono passati dieci anni da allora, i due numeri due di 10 anni fa sono diventati dei numeri uno, 2 o 3 numeri uno non sono più riusciti a convivere. Fatto sta che la parabola dello studio ha dimostrato negli ultimi 15 o 20 anni grande intelligenza da parte di coloro che hanno determinato le strategie, con un limite unico e sempre insuperabile, in Italia e tra gli avvocati: l'individualismo.
2. Lo studio Cba con questa entrata, qualora andasse in porto, farebbe un grande passo in avanti. Finalmente attuerebbe quella svolta, almeno in termini reputazionali, che da qualche anno insegue senza troppo successo: diventare davvero uno studio legale e tributario invece che uno studio tributario con alcuni legali importanti e di valore al suo interno. Il suggerimento allo studio, che comunque, ha perso giusto due giorni fa l'equity partner romano Fabrizio Capponi a vantaggio di Dla Piper, e che avrebbe, secondo quanto risulta a legalcommunity.it, caldamente consigliato ad alcuni associati ordinari, ossia junior partner, di uscire entro fine maggio, è quello di iniziare, un processo di governance duale. Bonissoni è il fondatore dello studio, ha dato l'anima allo studio, è il fautore degli ultimi processi di fusione, è il classico padrone d'azienda, il primo che arriva in ufficio e l'ultimo che se ne va. Apprezzabilissimo. Ma i padroni d'azienda a un certo punto, per il bene della propria creatura, devono cedere un po' di spazio e permettere agli altri di offrire suggerimenti su idee (visioni) e approcci. Un'operazione di riposizionamento attraverso il passaggio dall'essere uno studio tributario ad essere uno studio legale e tributario passa anche attraverso la faccia diversa del proprio managing partner. All'interno qualche nome di peso c'è. Dal mio modestissimo punto di vista il coraggio è di chi sa fare un passo indietro al momento giusto. O anche mezzo passo indietro permettendo a qualcun altro di farne un mezzo in avanti.
3. Se i problemi che hanno portato al fine corsa lo studio Grimaldi fossero avvenuti in un periodo di economia galoppante, lo studio non si sarebbe sciolto. La situazione del mercato attuale è a dir poco letargica. Questo non vuol dire negativa, ma può voler dire che bisogna lavorare per il risveglio. Sarà difficile affrontare i prossimi anni con strutture mastodontiche stando solo in Italia. Tonucci continua a crescere all'estero e questo è un segno di committment importante dello studio verso la continuità rispetto al suo fondatore. E Mario Tonucci lo sta guidando con grande attenzione e con le caratteristiche del leader: tracciare i percorsi senza ostinarsi con una presenza ipertrofica nei processi organizzativi e gestionali. Tracciare i percorsi significa favorire, in modo maieutico, l'emersione di dinamiche di gestione dello studio che siano degna conseguenza della chiarezza della vision del leader.
Il suggerimento, per tutti, è di provare a tracciare la curva dello sviluppo del proprio studio da qui a 10 anni, immaginando un posizionamento strategico che tenga conto dei contesti e della concorrenza. Questo vuol dire, contro l'interesse immediato di legalcommunity.it, maggiore attenzione alla strategia a medio e lungo termine e minore concentrazione sulla comunicazione. Ne basta meno, e fatta meglio. Magari scendendo dal piedistallo sul quale talvolta gli avvocati si pongono, e chiedendo a qualcuno di essere aiutati nello sviluppo dei nuovi percorsi.