Gli studi nella cessione di Fedrigoni al fondo di investimento Bain Capital
Si è perfezionata la cessione del 99,9% di Fedrigoni al fondo di investimento statunitense Bain Capital. La famiglia Fedrigoni resterà nel capitale della società con una quota di minoranza. L’enterprise value è pari a circa 640 milioni di euro.
Fondata nel 1888 e con sede a Verona, Fedrigoni, di proprietà dell’omonima famiglia, è specializzata fin dalle sue origini nella produzione di carte fini per stampa, editoria, etichette, legatoria, packaging e cartotecnica ed è fra i maggiori produttori in Europa di carte speciali e prodotti autoadesivi per l’etichettatura.
Lo studio legale internazionale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners ha assistito San Colombano, la finanziaria della famiglia Fedrigoni, con un team guidato dal partner Stefano Bucci (in foto) e composto dal senior associate Andrea Dardano e dall’associate Aldo Turella.
Carnelutti Studio Legale Associato, con i partner Carlo Pappalettera e Filippo Grillo per la parte corporate e con il partner Claudio Lichino per la parte finanziaria, ha assistito un ramo della famiglia Fedrigoni, rappresentato da Chiara Medioli e Giovanna Fedrigoni, nel reinvestimento, insieme al fondo statunitense Bain Capital, nella società.
Latham & Watkins ha assistito il fondo Bain Capital con un team composto dai partner Cataldo Giuseppe Piccarreta e Giovanni B. Sandicchi e dagli associate Giorgia Lugli, Silvia Milanese e Jacopo Frontali per gli aspetti di diritto societario, e dal partner Marcello Bragliani e dagli associate Gabriele Pavanello, Erika Brini e Eleonora Baggiani per quanto riguarda gli aspetti finance di diritto italiano. Lo studio Kirkland & Ellis ha assistito Bain Capital per gli aspetti finance di diritto inglese.
Gli aspetti fiscali e la struttura dell’operazione sono stati seguiti per conto di Bain Capital da Pirola Pennuto Zei, con un team composto dai partner Stefano Tronconi, Andrea Vagliè, Nathalie Brazzelli e Federico Conte e per conto di Fedrigoni da Silvana Canestrari e Leonardo Crescentini dello studio Canestrari Crescentini.
Il closing dell’operazione era soggetto, fra l’altro, all’ottenimento dell’autorizzazione da parte della Banca Centrale Europea il cui iter è stato seguito dai medesimi team di legali sovramenzionati.