Avvocati, una lunga stagione di cambi al vertice
Nel volgere di pochi mesi – dalla fine del 2024 all’estate 2025 – il mondo degli studi legali d’affari in Italia ha assistito a un’intensa sequenza di cambi ai vertici, rinnovamenti della leadership e revisioni dei modelli di governance. Una vera e propria “stagione delle nomine” che ha interessato realtà tra le più strutturate del mercato, sia italiane che internazionali, riflettendo un bisogno sempre più sentito: costruire modelli di gestione al passo con le sfide di un contesto economico e competitivo in profonda trasformazione.
Il nuovo volto della leadership
Il primo segnale del cambiamento è arrivato a fine 2024 da Ashurst, dove Michele Milanese è stato nominato nuovo managing partner per l’Italia, succedendo a Carloandrea Meacci, che ha guidato lo studio per sei anni. Fiscalista e già responsabile del team Tax, Milanese rappresenta la sempre più frequente ascesa di professionisti con competenze tributarie a ruoli gestionali apicali: un trend che conta numerosi precedenti come quello di Stefano Simontacchi (per anni alla guida di BonelliErede) o Roberto Egori (recentemente eletto managing partner di Linklaters). La nomina di Milanese segna anche un passaggio di testimone interno: Meacci ha mantenuto infatti un ruolo centrale come unico rappresentante dell’Europa Continentale nel global board dello studio e continua a guidare il team Energy & Infrastructure in Italia.
Poco dopo, a gennaio 2025, è stato il turno di PwC Tls Avvocati e Commercialisti, che ha visto l’uscita di di Giovanni Stefanin (passato alla guida dello studio legale e tributario di Bdo) e la nomina di Alessandro Grandinetti come nuovo co-managing partner al fianco di Marco Meulepas. Professionista di lungo corso all’interno del network PwC, Grandinetti porta con sé una visione strategica matura, consolidata anche da esperienze internazionali. Il suo incarico mira a rafforzare il posizionamento di PwC Tls in un settore dove le competenze legali e fiscali sono sempre più interdipendenti e funzionali ai processi di trasformazione aziendale.
A febbraio, un’altra importante law firm internazionale ha annunciato un cambio al vertice: A&O Shearman, frutto della recente fusione tra Allen & Overy e Shearman & Sterling, ha designato Paolo Nastasi come nuovo managing partner per l’Italia (entrato in carica, in maniera ufficiale dal 1° maggio 2025). Nastasi succede a Stefano Sennhauser, figura di riferimento dal 2016, che continuerà a guidare la practice di debt finance. M&A specialist, Nastasi incarna il profilo del dealmaker esperto, vicino alle esigenze dei clienti in uno scenario di crescente sofisticazione dei mercati e dei capitali.
Governance evolute, modelli ibridi
Il 24 febbraio è stato un giorno significativo per il diritto d’affari italiano: Legance ha annunciato una riforma profonda del proprio modello di governance per il triennio 2025-2028 (il passaggio effettivo al nuovo assetto è avvenuto nel giugno successivo). Alla guida dello studio arrivano due co-managing partner, Filippo Troisi e Andrea Giannelli, affiancati da un rinnovato Comitato di gestione composto da Andrea Botti, Claudia Gregori (confermati) e Simone Ambrogi (new entry). L’ex managing partner Alberto Maggi,invece, ha assunto il ruolo di ceo. A completare il quadro c’è il Comitato Strategia e Innovazione presieduto da Monica Colombera, indicativo di una governance sempre più multidimensionale. Un’architettura che riflette la volontà di integrare visione, managerialità e innovazione, in linea con la crescita costante dello studio, che nel 2024 ha toccato i 199 milioni di euro di ricavi.
Un’evoluzione altrettanto rilevante ha riguardato Deloitte Legal, che a giugno ha ridefinito i vertici introducendo una governance duale: da una parte Carlo Gagliardi, presidente e senior partner, responsabile della strategia e dello sviluppo internazionale; dall’altra Francesco Paolo Bello, nuovo ceo e managing partner per l’Italia. Il nuovo assetto riflette la duplice esigenza di consolidare la crescita domestica (oltre 300 professionisti, 29 partner, 9 sedi) e proiettare l’organizzazione in una dimensione integrata europea, in coerenza con il modello North and South Europe (NSE) del network Deloitte. Il ruolo di Gagliardi si rafforza sul piano internazionale, mentre Bello – entrato nello studio nel 2019 – avrà il compito di guidare lo sviluppo territoriale e di potenziare le sinergie tra le practice. Il modello viene presentato come una risposta concreta a un mercato sempre più complesso, in cui la leadership deve farsi diffusa, flessibile, coordinata.
Il caso LCA: la governance senza leader unico
La discontinuità più radicale, da questo punto di vista, è però quella messa in atto da LCA Studio Legale. A luglio, Giovanni Lega – fondatore e managing partner per oltre vent’anni – ha scelto di lasciare le cariche operative, inaugurando un nuovo modello organizzativo senza la figura del managing partner. Al suo posto un Comitato di Gestione, composto da sette soci, incaricato di supervisionare le principali funzioni organizzative dello studio. È una governance collegiale, inclusiva e generazionale, pensata per promuovere la responsabilità diffusa, valorizzare i talenti e consolidare un’identità di studio fondata su sostenibilità, meritocrazia e visione strategica. LCA conta oggi oltre 340 persone, tra cui 280 professionisti e 43 equity partner, con una significativa presenza femminile (53%) e un’età media di 38 anni. Lega continuerà a rappresentare lo studio a livello istituzionale e internazionale, in particolare negli Emirati e in ASLA, di cui è presidente.
Freshfields: continuità e rinnovamento
In piena estate, infine, anche Freshfields Bruckhaus Deringer ha annunciato un cambio al vertice della sede italiana: dal 10 luglio, l’avvocata Ermelinda Spinelli è la nuova office managing partner, subentrando a Francesco Lombardo. Prima socia donna dello studi in Italia, Spinelli è una specialista di Antitrust e Golden Power. L’avvocata è cresciuta all’interno dello studio internazionale, maturando esperienze nelle sedi di Bruxelles e Londra. Il suo profilo – tecnico, internazionale, orientato alla compliance – riflette un’altra tendenza trasversale: la promozione di figure femminili e con visione globale ai vertici gestionali. Lombardo, dal canto suo, continuerà a svolgere ruoli chiave nella practice Private Capital – Capital Solutions e nel board globale dello studio.
Nuove leve, nuove sfide
La simultaneità e la varietà di questi passaggi di consegne delineano una mappa in movimento, dove le nuove leadership assumono contorni molteplici: co-leadership interne, governance collegiali, figure ibride tra giuristi e manager, fiscalisti al comando, nuove generazioni in ascesa. Ma dietro le differenze strutturali si intravede un bisogno comune: ridefinire il concetto stesso di leadership negli studi legali d’affari, adattandolo a un ecosistema che chiede visione strategica, attenzione al capitale umano, sensibilità ESG, capacità di innovazione e apertura alla dimensione internazionale.
Non si tratta solo di cambiare i nomi sulle targhe, ma di ripensare i modelli organizzativi alla luce di una professione sempre più fluida, integrata, tecnologica e globale. Il ricambio generazionale, spesso evocato, si sta concretizzando in forme inedite, non sempre lineari, ma comunque orientate a costruire strutture più resilienti, collaborative e in sintonia con le trasformazioni del mercato.
Il 2025, insomma, si sta rivelando un anno spartiacque per la governance degli studi legali in Italia. E la sfida, adesso, è trasformare questa ondata di rinnovamento in un’occasione strutturale di crescita sostenibile.
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