Hogan Lovells, in un anno, 14 nuovi soci. Messina: «Puntiamo alle operazioni sistemiche»

Partire dai risultati. Mettere “a terra” un po’ di dati e riuscire, di conseguenza, a fare un primo, parziale, bilancio di un nuovo corso. Passato un anno dall’inizio della sua gestione in Hogan Lovells, MAG ha incontrato Patrizio Messina, managing partner delle sedi italiane della law firm internazionale, per capire qual è la direzione intrapresa dallo studio in questi dodici mesi.
Tra l’altro, il 2025 è un anno importante per Hogan Lovells nella Penisola, visto che taglia il traguardo dei 25 anni di operatività. Un anniversario significativo per un progetto che è evoluto e che solo negli ultimi 12 mesi ha registrato l’arrivo di circa 50 professionisti (tra cui, 14 soci) senza perdere l’attenzione nei confronti dei talenti interni e la loro valorizzazione.

Avvocato Messina, come si è chiuso in termini di bilancio il suo primo anno alla guida di Hogan Lovells (HL) in Italia?
HL Italia ha chiuso il 2024 con una crescita di oltre il 20% rispetto al 2023, con un fatturato di circa 60 milioni di euro, superando anche le nostre previsioni di budget. Un cambio di passo significativo tenuto conto che già lo studio negli anni precedenti già cresceva con un tasso medio annuale di circa il 10%.

La redditività è un parametro sempre più importante. Voi come siete andati?
Nonostante gli investimenti sostenuti per la crescita, siamo riusciti a mantenere un elevato livello di profittabilità, allineato con gli anni precedenti sia a livello di gross margin che di net contribution. Abbiamo un ottimo controllo dei costi di struttura e nei prossimi anni contiamo di ottimizzare, o se preferisce, efficientare ancor più la “macchina operativa” con un lavoro sui processi aziendali e l’uso di nuove tecnologie.

LO STUDIO IN CIFRE

Quali sono i risultati che l’hanno soddisfatta maggiormente?
L’integrazione che si è realizzata tra le diverse practice ha consentito di raggiungere un buon livello di cross-selling domestico. Il fatturato derivante da cross-selling tra le practice italiane è infatti pari al 23% circa del fatturato totale.

Quali sono, invece, i fattori che secondo lei garantiranno ulteriore crescita allo studio nel prossimo futuro?
L’obiettivo dei prossimi mesi è quello di continuare a lavorare sull’integrazione, portandola a regime, massimizzando le sinergie con i nuovi team e rafforzando la coesione della squadra. Continueremo a tenere al centro della nostra strategia i clienti posizionandoci su operazioni sempre più sofisticate. 

In che modo?
Collaboreremo tra team per massimizzare lo sviluppo dei clienti preesistenti, individueremo poi strategie per acquisire grandi nuovi clientiin virtù dell’offerta ancora più allargata, ottimizzando al contempo l’attuale portafoglio clienti che inevitabilmente porterà alla scrematura di quelli meno profittevoli. E non è tutto.

Dica…
Lavoreremo duro per continuare a essere un employer of choiceper mantenere un clima e una cultura di studio che siano i migliori possibili e che permettano lo sviluppo di grandi talenti. La strategia non è nulla senza la cultura. Lo scorso anno ci è stato assegnato il premio di “Best Employer” dalla Luiss Guido Carli e abbiamo ottenuto la Certificazione della Parità di Genere di Bureau Veritas con un punteggio superiore al 90%. Continueremo a lavorare in questa direzione.

Quando ci siamo visti in altre occasioni mi ha accennato alla strategia FRIS di HL. Mi spiega meglio in cosa consiste e quali ricadute potrà avere sull’Italia?
Hogan Lovells ha il suo pilastro storico nella sede di Washington, bilanciato pariteticamente da quello di Londra e un terzo centro fondamentale nelle cinque sedi tedesche. La creazione di una regione integrata tra Francia, Italia e Spagna, da cui l’acronimo FRIS, nel cuore del vecchio continente, è una risposta dello studio per adattarsi ai cambiamenti geopolitici in atto e meglio supportare molti tra i più importanti clienti dello studio su lavori complessi in modo integrato, non solo all’interno della regione ma in tutto il mondo.

Quali sono gli obiettivi di questa mossa?
La regione FRIS si pone l’obiettivo di massimizzare le sinergie tra i tre paesi che costituiscono una zona geopolitica con mercati chiave in EMEA e a livello globale, creando maggiori opportunità di cross-selling tra le sedi di Parigi, Madrid, Roma e Milano e conseguente ulteriore crescita delle due sedi italiane.

I lateral hire sono stati una cifra importante di questo primo anno di sua gestione in HL. Dopo i commenti a caldo, parliamone un attimo a freddo. HL era cresciuto negli anni senza fare lateral. Adesso questi innesti a quali risultati puntano?

Negli ultimi 12 mesi abbiamo visto l’ingresso in Studio di oltre 50 professionisti (si veda la scheda, ndr), di cui 14 partner.Vogliamo che i nuovi team lavorino sui clienti di studio, affiancando i team esistenti e potenziando l’offerta. Successivamente, costruiremo insieme nuovi rapporti eventualmente, con clienti che origineremo o gestiremo insieme.

Perché la strategia di lateral è partita da restructuring e corporate & finance?
Lo studio vantava già eccellenze negli ambiti fortemente regolamentati tra cui il TMT, l’IP, tutto l’ambito Life Sciences e dell’IA, oltre ovviamente alle preesistenti squadre di finance e corporate. Vogliamo essere percepiti ancora di più come un grande attore del transactional in Italia e abbiamo sentito la necessità di investire proprio in queste aree con l’inserimento di team con competenze complementari ai team preesistenti.

Come si integrano le professionalità arrivate con la squadra e (e le competenze) già presenti?
Abbiamo clienti e competenze complementari. La squadra di finance già presente in HL è leader in Italia nell’ambito della finanzia strutturata e offre assistenza in ambito di debt capital markets e in export and trade finance. Il team entrante porta competenze specifiche nel private debt e direct lending, nell’acquisition finance, Lbo, e sugli High yield.L’offerta del team corporate già presente in HL è stata ampliata dall’ingresso di professionisti con forti competenze nel public M&A e nell’equity capital markets e arricchita con l’ingresso di un socio dedicato in modo verticale al private equity.

Sono team che potranno crescere ancora con ulteriori lateral?
Il nostro corporate & finance è tra i più grandi per dimensioni e offerta se paragonato ai team degli altri studi internazionali in Italia. Non credo sarà necessario l’inserimento di ulteriori professionisti, salvo occasioni opportunistiche che ci si potranno presentare.

Quali clienti avete acquisito con queste due mosse?

PER PROSEGUIRE LA LETTURA, CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG, GRATIS

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE