ESCLUSIVO. Roberto Egori: «Il futuro di Linklaters, secondo me»

di nicola di molfetta

A fine ottobre, il fiscalista, riceverà ufficialmente il testimone dal managing partner uscente, Andrea Arosio, e comincerà a guidare la sede italiana del magic circle che più di tutti ha inciso nella definizione di un approccio innovativo alla business law. MAG lo ha incontrato a Milano

Una storia di crescita e innovazione. Linklaters ha chiuso l’ultimo esercizio in Italia con un incremento dei ricavi pari all’8%, per una cifra stimata da MAG e Legalcommunity nell’intorno dei 54 milioni di euro. Di fatto, alle spalle di Freshfields e prima di Clifford Chance e A&O Shearman, nella lista dei primi 25 studi legali d’affari attivi in Italia nel 2023.

Una storia importante, diremmo con il poeta, che alla fine di questo 2024 sarà segnata da una svolta di rilievo. Andrea Arosio, socio fondatore della practice italiana di Linklaters nel 2007 e socio gestore dello studio in questi diciassette anni e mezzo, passa il testimone al socio Roberto Egori che dal prossimo mese di novembre sarà ufficialmente in carica come nuovo managing partner dello studio.

Egori è arrivato in Linklaters a giugno 2019, già socio di Freshfields, dove ha trascorso 15 anni, e con precedenti esperienze in Simmons & Simmons e Mta. Sotto la guida di Egori, la practice di tax di Linklaters è cresciuta significativamente, sia in termini di fatturato sia in termini di organico, e ha prestato assistenza in alcune delle più significative e complesse operazioni perfezionate in Italia negli ultimi anni lavorando al fianco di importanti clienti italiani e internazionali.

Pochi mesi dopo l’ingresso di Egori in Linklaters, a ottobre 2019, Arosio ha annunciato internamente la sua intenzione di lasciare lo studio entro i successivi cinque anni. Certo, il professionista ex Freshfields, non poteva immaginare che alla fine di quel lustro sarebbe toccato a lui l’onere e l’onore della successione, ma quel frangente gli ha dato un esempio concreto e immediato di quello che era (e sarebbe rimasto) lo stile della casa. Linklaters in Italia è stato gestito da sempre con un forte spirito di squadra e l’impegno collettivo per far funzionare le cose.

La notizia, anticipata lo scorso 12 luglio da Legalcommunity.it, dunque, non è stata una doccia fredda per nessuno, almeno all’interno della partnership della law firm. Piuttosto, invece, è destinata a restare una delle best practice da studiare per gestire nel modo migliore una delle fasi più delicate che caratterizzano la vita di un’organizzazione professionale: il cambio di leadership o il passaggio generazionale (anche se questo non è il caso, visto che Arosio ed Egori hanno sei anni di differenza).

L’uscita di Arosio, in effetti, è stata gestita su due piani. Il primo relativo all’organizzazione della practice di banking & finance, che ha visto nel corso degli anni la promozione e valorizzazione di talenti interni in modo da consolidare la struttura professionale. Il secondo ha riguardato la leadership. Qui il lavoro è cominciato circa due anni fa e ha condotto all’esito che abbiamo svelato con la scelta di Roberto Egori il quale, di fatto, entra nella lista di fiscalisti chiamati a guidare una law firm che, tra i suoi nomi più autorevoli conta personalità del calibro di Michele Carpinelli (che oltre a essere avvocato è anche commercialista), ex managing partner di Chiomenti; Stefano Simontacchi, ex presidente di BonelliErede; Angelo Bonissoni, fondatore e, fino al 2023, managing partner di Cba; Massimo Di Terlizzi,anche lui con il doppio titolo (avvocato e commercialista) e da anni nella leadership di Pirola Pennuto Zei & Associati; o Michele Citarella ex numero uno di Simmons & Simmons in Italia (oggi socio di Cba). A dirla tutta, un precedente c’è stato anche in Linklaters, e ai massimi livelli. Il managing partner globale della firm, proprio al momento dell’apertura dello studio in Italia quasi diciotto anni fa, era Tony Angel, un tax lawyer di grande talento e leggendaria autorevolezza. Angel è stato l’uomo della strategia “clear blue water”, raccontata in un documento interno alla law firm, diventata uno dei testi sacri del legal management moderno. Un paper che, nelle pagine conclusive, recitava così: “Dobbiamo concentrarci sulla nostra destinazione di leadership di mercato e sulla necessità di mettere acque chiare tra noi e i nostri concorrenti…” (si veda a tale proposito un interessante articolo pubblicato dal Center on the legal profession della Harvard Law School)

La consapevolezza della rilevanza del posizionamento raggiunto e la determinazione a conservare ed accrescere questi risultati saranno tra i driver dell’azione di Egori che, come ha detto Arosio a MAG, «ha capacità di visione e gode della stima e della fiducia dei soci». Il fiscalista ci ha ricevuti in una sala all’ultimo piano della sede milanese della law firm, in via Fatebenefratelli, in una calda mattina d’estate. Sebbene manchino ancora alcune settimane all’inizio ufficiale del suo incarico come managing partner (oltre a quello di socio responsabile del dipartimento fiscale), il professionista sembra già piuttosto preso dalla organizzazione degli impegni e delle attività che verranno. Inevitabile chiedergli quale sia lo stato dell’arte. «Arriviamo da dieci anni di crescita (nel 2014, secondo le stime di MAG e Legalcommunity. Linklaters fatturava 33 milioni, nell’ultimo anno sono diventati 54, ndr). Negli ultimi quattro, abbiamo…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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