‘Allenarsi all’eccellenza’: lo sport come strumento di crescita professionale
“Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite (…) ho fallito molte e molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. Non possono non venire in mente le (famigerate) parole di Micheal Jordan se si parla di sport come strumento di crescita, personale e professionale.
La pratica sportiva è sempre più spesso riconosciuta, anche in ambienti lavorativi, come un “aspetto sociale” da incentivare: porta con sé modelli di vita e regole etiche di condotta capaci di contribuire non solo alla formazione dell’individuo come parte della società, ma anche all’arricchimento delle sue competenze nel mondo del lavoro.
Dello sport come supporto alla crescita negli ambienti lavorativi se ne parlerà all’evento “Allenarsi all’eccellenza”, organizzato dallo studio legale DLA Piper e in programma oggi alle 17 nella propria sede a Milano. L’allenamento infatti diventa sì uno stimolo per raggiungere il benessere psico-fisico e, quindi, uno stato di appagamento interiore, ma è anche un vero e proprio strumento per gestire al meglio le sfide e lo stress che investono quotidianamente la nostra vita.
Ospite d’eccezione sarà Daniel Fontana, atleta olimpionico e primo italiano a vincere un Ironman. Interverranno inoltre alcuni rappresentanti del mondo delle imprese e i professionisti di DLA Piper.
L’evento si inserisce nel contesto del progetto globale WIN (What In-house lawyers Need), una community online dedicata agli in-house lawyers che offre la possibilità di accedere ad un vasto programma di eventi e legal update sui temi dell’agenda internazionale e toolkit sulle best practice aziendali.
Per saperne un po’ di più, Legalcommunity.it ha intervistato due avvocati di DLA Piper, Gilemma Nugnes (nella foto, a sinistra), legal director e triatleta, e Giovanni Iaselli (nella foto, a destra), partner e responsabile del progetto WIN per l’Italia.
La pratica sportiva come strumento di crescita professionale. In che senso?
Gilemma Nugnes: «Lo sportivo sa che per raggiungere determinate performance dovrà allenarsi duramente e costantemente, così come il professionista per il conseguimento di determinati obiettivi di crescita professionale. Lo sport, così come l’esercizio di attività professionali, è un percorso di crescita che passa, necessariamente, attraverso il costante “miglioramento” e chi pratica sport, anche a livello non agonistico, sa che il raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti passa attraverso la dedizione, l’organizzazione e il costante allenamento, consapevoli che i risultati non sono mai estemporanei ma il frutto di un percorso fatto di volontà, passione e sacrifici».
Nel settore legale, quali sono le forme di “allenamento” più efficaci?
Giovanni Iaselli: «L’aggiornamento costante nelle diverse aree di specializzazione, la capacità di reagire in maniera efficace ai cambiamenti economico-giuridici e la consapevolezza che nel lavoro di squadra l’apporto di ciascun singolo è fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo comune sono le forme di allenamento più efficaci. A questi valori si ispirano i nostri programmi interni di “knowledge”, volti a migliorare i singoli professionisti all’insegna del successo dell’intera squadra».
L’evento si inserisce nell’ambito del progetto WIN, rivolto ai legali in-house. La professione in azienda può essere considerata uno sport di squadra o individuale? Perché?
Giovanni Iaselli: «La pratica sportiva, a qualunque livello e per qualunque finalità sia praticata, ti insegna che gli obiettivi sono raggiungibili, in maniera più veloce ed efficiente, grazie soprattutto al lavoro di squadra. La crescita di un’azienda/organizzazione professionale passa attraverso un incessante lavoro di squadra, capace di raggiungere e superare gli obiettivi prefissati attraverso il costante miglioramento dei singoli membri che la compongono. Che sia individuale o di squadra, lo sport ti allena a dare sempre il 100% per il successo collettivo. Così come succede in un’azienda o organizzazione professionale, il successo del singolo è sempre frutto di un eccellente lavoro di squadra».
Nello sport spesso si dice che le vittorie sono importanti, ma è dalle sconfitte che si impara davvero. Come si declina questo concetto in ambito lavorativo?
Gilemma Nugnes: «Nello sport, così come in ambito lavorativo, la sconfitta ti porta fuori dalla tua “comfort zone” e ti costringe a riprogrammare obiettivi e strategie. Al giorno d’oggi, l’attività lavorativa richiede sempre di più eccellenza e velocità nell’esecuzione. Pensare di non fallire mai è pura utopia. Lo sport ci insegna a reagire alle sconfitte, a saperci rialzare e ad analizzare le ragioni dell’insuccesso per farsi trovare preparati alla prossima sfida. Il professionista che – come lo sportivo – sa reagire con determinazione e lucidità all’imprevisto e al rischio è un individuo in grado di partecipare costantemente alla crescita, e quindi al miglioramento, della propria organizzazione lavorativa».