UNA POLEMICA DEL POS
di nicola di molfetta
Si doveva partire a gennaio. Ma alla fine, tutto è slittato al 30 giugno. Cari avvocati avete installato il Pos (acronimo di Point of sale, punto di pagamento) nel vostro studio? Sappiate che è un obbligo. Per ogni parcella dai 30 euro in su. In realtà, la legge spiega chiaramente che questi pagamenti semplicemente non devono essere effettuati in contanti. Per cui, macchinetta o non macchinetta, l’importante è farsi pagare con metodi tracciabili. Il caro vecchio bonifico, o un assegno, insomma, vanno più che bene. E allora come mai abbiamo assisto a dibattiti infuocati, piagnistei e polemiche contro lo Stato che anziché sostenere i professionisti (nonché i commercianti e gli artigiani) avrebbe imposto l’odioso trabiccolo che fa felici solo le banche, pronte incassare milioni in spese di commissione per ogni transazione?
La sensazione è che si sia alimentata una polemica strumentale. Qualche dato può aiutarci a comprendere la questione. A cominciare dal fatto che, udite udite, chi dovesse disobbedire non va incontro ad alcuna sanzione. Non a caso, Rossella Orlandi, il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, lo ha definito «solo uno strumento di moral suasion».
Ma questo non è bastato a smorzare le grida dei detrattori. E soprattutto non è stato sufficiente a placare il valzer delle cifre. Si sono lette stime di ogni genere sull’impatto di questa norma. Secondo la Cgia di Mestre, il costo varia da 289 euro a 419 euro, solo per l'affitto dell’apparecchio. È stato anche calcolato che su 100 mila euro di fatturato annuali, la commissione a favore delle banche è pari a 2.189 euro. Parte di queste spese è tuttavia deducibile fiscalmente: il costo netto annuale si ridurrebbe così a circa 1.200 euro. Federconsumatori, invece, ha stimato che il costo totale di un Pos, ipotizzando 300 transazioni mensili da 40 euro ciascuna, si aggiri in media sui 525,25 euro, escluso il costo di attivazione e quello della linea telefonica (che non ha senso includere in questo caso: ci sono studi legali senza telefono o adsl?). Ma è Confesercenti a sbandierare le cifre più preoccupanti: l’intervento si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l'anno per le imprese». Per un'azienda che faccia ogni anno 50 mila euro di transazioni, il costo aggiuntivo sarà di «1.700 euro, calcolando canoni, commissioni, costi di installazione e di utilizzo» dei Pos.
Come detto, i trasgressori non saranno puniti. E quindi, installare il Pos in studio più che un obbligo è un onere di cui si faranno carico solo pochi volenterosi. Proprio per questo, però, le tante polemiche che ci sono state in questi giorni sono sembrate più che altro un’alzata di scudi generale contro la tentazione dello Stato di muovere un passo nella lotta all’evasione. La tracciabilità dei pagamenti, infatti, non ha altro fine che quello di non lasciare spazio di “manovra” a tutti i soggetti allergici alla pratica sociale del pagamento delle tasse.
Insomma, polemizzare con un obbligo che non c’è sembra il passo falso compiuto da chi ha ben altri interessi da tutelare: i propri. Il che, inoltre, continua a dare ragione a un Legislatore che scrive norme dando per scontato che gli italiani oltre a essere un popolo di poeti, santi e navigatori sono anche un popolo di evasori. «Credo ci voglia una scelta politica aggiuntiva» ha detto Orlandi descrivendo, durante un incontro al Cnel, la questione per quello che è. Una polemica del Pos.
nicola.dimolfetta@legalcommunity.it
TWITTER: @n_dimolfetta
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