La Francia apre alle holding dei servizi legali?

di lisa alice julien*

Dopo nove mesi dalla sua presentazione, manifestazioni e proteste, verifica di costituzionalità, la “loi Macron” è stata promulgata ed è legge della République. Non è stato un iter parlamentare facile, lo testimonia il ricorso da parte del Governo al “49-3”, una sorta di fiducia parlamentare che permette di mettere fine al dibattito sugli emendamenti parlamentari, di minoranza, ma anche di maggioranza. ?Per gli avvocati (ma va detto che anche altre professioni sono interessate dalla normativa), i punti di riforma sono quattro. ??

Riforma dei limiti territoriali d’esercizio. Sino ad ora gli avvocati potevano “postulare” solo nelle corti che dipendevano dal Tribunale di Grande Istanza nei quali operavano. ?Un avvocato di Parigi non poteva difendere in un altro tribunale, se non con il concorso di un collega “locale”. ?Oramai questo spazio di esercizio della difesa è stato allargato a ogni corte d’Appello. ??

Apertura di uffici secondari. È oramai più facile per uno studio legale aprire una propria sede distaccata in un’altra città. Queste due riforme sembrano poca cosa se si pensa a Parigi, ma la realtà della Francia è anche quella di Ordini Professionali con qualche centinaia d’iscritti e la difesa di piccole prerogative locali, come la domiciliazione. ??

Onorari. È oramai obbligatorio concludere con il cliente un accordo scritto per la determinazione degli onorari. Resta confermato, invece, il divieto dei patti di quota lite per la totalità del compenso professionale. All’autorità per la repressione delle frodi, tutela della concorrenza e protezione della concorrenza è demandata la verifica del rispetto dei nuovi obblighi degli avvocati in questa materia. ??

Società di esercizio professionale, società d’esercizio comune, società d’esercizio interprofessionale. Molte innovazioni sul tema dell’esercizio collettivo della professione. Senza entrare nel dettaglio di norme assai complesse, ecco quali sono le novità principali: ?i) persone fisiche o giuridiche che siano avvocati in un altro Paese membro dell’Unione europea, o dello Spazio economico europeo o della Confederazione Svizzera possono essere soci di maggioranza di SEL (società di avvocati).?ii) Le SPFPL sono delle società holding che possono avere partecipazioni in SEL, ma anche in società di notai, consulenti in brevetti, esperti contabili o entità non francesi che esercitino le medesime attività professionali. Soci di queste holding devono essere a loro volta avvocati, francesi o europei. ?iii) Si autorizza l’utilizzo di altre forme societarie per l’esercizio dell’attività professionale. ?iv) Sono create nuove forme d’esercizio pluridisciplinare, tra avvocati, notai, esperti contabili, ufficiali giudiziari, amministratori giudiziari e altri ancora.

Per concludere,dunque, da un lato si potrebbe dire che Francia e Italia sono proprio “sorelle latine”. Manifestazioni di avvocati, grandi titoli nei giornali, voto di fiducia in parlamento, pronunzia di costituzionalità per qualche modifica, non sono mancate nel processo che ha condotto all’approvazione della legge Macron, a dimostrazione di quanto sia difficile riformare da un lato come dall’altro delle Alpi! 
Si potrebbe anche notare quanta differenza c’è tra l’avvocatura parigina e il resto della Francia: sotto la tour Eiffel via libera alle società holding e al controllo estero, pur sempre nel perimetro dell’avvocatura. In provincia la grande conquista è di non dover più appoggiarsi a un corrispondente. ?Infine, si potrebbe dire che il diavolo è nei dettagli. Le nuove norme sulle società d’esercizio aprono la strada a future configurazioni della professione oggi inimmaginabili.

*avocat à la cour

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