Grimaldi vara la nuova governance

di nicola di molfetta

«Siamo stati un po’ silenti, ma molto operosi! Nell’attività professionale come nella crescita dello studio, ci piace comunicare le cose fatte!». Francesco Sciaudone ha appena salutato gli ospiti del convegno che lo studio Grimaldi ha organizzato su “La gestione (integrata) della crisi d’impresa”. Ne hanno discusso ospiti come la professoressa Paola Severino, vicepresidente della Luiss ed ex ministro della Giustizia, e il professor Maurizio Dallocchio, ordinario di finanza aziendale alla Bocconi e presidente di General Finance; ma anche nuovi arrivi nelle fila dell’organizzazione professionale come (anche qui l’accademia domina) il professor Alberto Tron e la professoressa Paola Rossi entrati nella compagine dello studio rispettivamente in qualità di equity partner e of counsel.

Questi ultimi sono, assieme a Eugenio Favale (senior advisor), le figure chiave dell’operazione con cui Grimaldi ha deciso di dar vita a quello che il managing partner definisce «one stop shop» dedicato alla crisi d’impresa. «Questo filone di attività – osserva Sciaudone – sarà uno di quei macro trend che caratterizzeranno i prossimi mesi e per i quali c’è una forte domanda di mercato alla quale, come consulenti, vogliamo dare una risposta semplice ed efficace». Da qui è nata l’idea di costituire un team di «consulenza integrata». Il concetto è chiaro: Grimaldi punta a presentare un’assistenza che metta assieme le competenze dei legali con quelle dei fiscalisti e degli esperti di economia aziendale, dando vita a una task force ad hoc. «Normalmente – prosegue l’avvocato – un’azienda che ha bisogno di assistenza in questo tipo di situazioni deve occuparsi anche di comporre il mosaico delle professionalità necessarie a gestire nel modo più efficace la situazione. Noi puntiamo a essere un interlocutore unico, capace di mettere a disposizione del cliente tutte le competenze di cui ha bisogno».

Un modello che lo studio ha deciso di applicare anche a un altro settore ormai strategico e destinato a registrare un incremento di domanda nel breve termine: quello della gestione dei finanziamenti europei. «Anche qui – racconta Sciaudone – abbiamo integrato le competenze legali con quelle finanziarie, con un team di esperti di alto profilo (oltre ad Alberto Tron), come nel caso di Monica Foschi, con una decina di professionisti. Saremo gli unici a poter effettivamente aiutare – a 360 gradi (con Bernardo Giorgio Mattarella a seguire gli aspetti amministrativi e Ezio Perillo quelli europei) – i tanti soggetti che sono interessate alle risorse europee e in particolare del PNRR (per discutere del rilievo che avrà la procura europea sul settore dei finanziamenti abbiamo organizzato un Convegno a Roma il prossimo 27 settembre). Possiamo assistere dalla presentazione del progetto, alla sua selezione e rendicontazione, curando gli aspetti legali, fiscali e finanziari». Queste squadre opereranno sotto il brand Grimaldi. Lo studio intende infatti presentarsi come advisor strategico – con competenze integrate – per semplificare l’approccio alla soluzione dei problemi. «Queste iniziative – sottolinea Sciaudone – altro non sono che un modo per rendere l’attività dello studio più vicina alle esigenze dei clienti. È di questo che noi dobbiamo preoccuparci se vogliamo offrire un vero valore aggiunto».

Così come, prosegue l’avvocato, un altro tema è quello del «coverage geografico». Lo studio crede molto nella necessità di essere vicino ai clienti, anche in senso fisico a livello nazionale e internazionale. E in quest’ottica, dopo le aperture di Bari e Parma, lo studio ha deciso di avere una presenza diretta anche a Napoli, città di cui è originario il managing partner di Grimaldi, e a Verona.

A Napoli, racconta Sciaudone, «avremo oltre 25 professionisti grazie all’integrazione dei team di avvocati e fiscalisti di Enrico Soprano e Francesco  Pellone. Analoga iniziativa la stiamo per realizzare anche nel Veneto e segnatamente a Verona, con un professionista, sintesi di accademia e avvocatura, che annunceremo a brevissimo». Si tratta di piazze importanti «dove lo studio sarà immediatamente operativo grazie a professionisti già radicati sul territorio che si integreranno in Grimaldi». Su altre importanti città italiane sembra che lo studio sia già pronto a nuove iniziative («entro l’anno»).

In un certo senso, questa è la logica che ha guidato anche la “politica estera” dello studio e che ha portato alla creazione della Grimaldi Alliance (si veda il numero 121 di MAG) che oggi, dopo l’adesione di Vega Imbert in Repubblica Dominicana e Bonn&Schmitt in Lussemburgo è arrivata a contare 32 studi partner con oltre 1.200 professionisti e la possibilità di seguire i clienti in oltre 60 giurisdizioni (molti studi infatti sono presenti in più Paesi).

Di fatto il progetto Grimaldi si articola su due piani, lo studio italiano e l’alleanza internazionale, immaginate per operare in maniera pienamente integrata. E anche per questo lo studio ha ritenuto necessario rivedere la propria governance con l’obiettivo di realizzare un coinvolgimento sempre più allargato dei professionisti, nella vita dello studio.

Così sono state individuate tre funzioni chiave. Quella del managing partner, a cui si affiancano quella dell’advisory committee e del leadership committee. «Abbiamo fatto una scelta che punta sull’efficacia dell’azione» sottolinea Sciaudone che risponde così alla osservazione che, rispetto al precedente, questo potrebbe apparire un modello più verticistico. «C’è una sostanziale continuità dal punto di vista gestionale (Francesco Sciaudone infatti era già il managing partner dello studio) che ha dato buona prova nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, che abbiamo però voluto arricchire con la creazione di questi due comitati in modo di coinvolgere un numero sempre maggiore di soci anche per la continua crescita dell’organizzazione».

Al managing partner fa capo la responsabilità dell’attività ordinaria e straordinaria dello studio e dell’alliance. L’advisory committee, viene coordinato da Vittorio Grimaldi e ha una funzione consultiva. Mentre il leadership committee è guidato da Michael Bray e ha come compito quello di rappresentare la voce dell’alleanza internazionale (infatti, in esso siedono anche 9 soci di altrettanti studi del network). «A breve vedranno la luce anche i primi dieci …

PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE