X20 Dao: l’esperimento vivente

di giuseppe salemme

Chi fosse abituato ad un ritratto tradizionale dell’avvocato troverebbe sicuramente Alessandro Negri della Torre quantomeno insolito. Il suo percorso professionale finora ha ricompreso esperienze in studi internazionali (come K&L Gates ed Ey), ruoli di management aziendale e anche accademici. Un percorso, tra l’altro, tuttora in fieri (solo un mese fa, ad esempio, ha discusso all’università di Aberdeen una tesi di dottorato in regolamentazione delle tecnologie di fissione e fusione nucleare).

Questo perché l’avvocato Negri della Torre è specializzato in innovazione: intorno al suo studio legale, LX20, ha costruito infatti un network di soggetti (si veda il box) che mira a posizionarsi nell’assistenza a clienti attivi nell’ambito del digitale e delle nuove tecnologie altamente innovative.

Un network che recentemente si è allargato con la neonata X20 Dao. Nelle parole di Negri della Torre, quest’ultima società rappresenta un «esperimento vivente»: non solo delle possibilità offerte da una nuova tecnologia (“Dao” è l’acronimo di “decentralized autonomous organization”), ma anche dell’elasticità dell’ordinamento italiano, in grado (se si sa quel che si sta facendo) di essere pioniere nell’ammettere la soggettività giuridica di organizzazioni basate su tecnologie ancora altamente sperimentali. A che scopo? MAG se l’è fatto spiegare proprio dall’avvocato Negri della Torre.

Che cos’è X20 Dao?
È una “sperimentazione effettiva”: si tratta di una società operativa a tutti gli effetti. Ma anche della risposta a un problema giuridico.

Può essere più chiaro?
Faccio un passo indietro. Le Dao sono nient’altro che forme di aggregazione di più soggetti, che collaborano nella gestione di determinati progetti in un sistema decentralizzato, come la blockchain. Sono riconosciute da pochissimi ordinamenti al mondo (ad esempio il Wyoming). Questo le rende di base simili ai vecchi forum: spazi di aggregazione e di votazione su proposte, a cui talvolta si può ricollegare un’automazione, ovvero la messa in atto dell’operazione votata (ad esempio, l’acquisto di un Nft) tramite mandato a uno dei soggetti parte della Dao.

Capito. E dov’è il problema?
Il problema è che, fintanto che queste entità non hanno soggettività giuridica, ogni operazione messa in atto per conto di esse risulta svolta a titolo personale. Di qui, la nostra scelta di cercare un punto di equilibrio tra il funzionamento della Dao e le forme giuridiche del nostro ordinamento: abbiamo decostruito le caratteristiche delle Dao, esplorato le varie possibilità, e trovato un fit adatto ai nostri scopi senza che siano necessarie modifiche normative particolari.

E quindi X20 Dao è il risultato di questo lavoro?
Esatto. In particolare, per la costituzione abbiamo scelto di guardare alle società di persone: lo studio LX20 ha creato lo statuto e ci siamo poi rivolti al notaio Morone per dare data certa alla scrittura privata e un controllo in più. La caratteristica principale della società così creata è che tutti i diritti e la stessa qualifica di socio dipendono dal possesso di un governance token emesso dalla Dao stessa. In più, tutti i processi sono mediati da un applicativo (sempre sviluppato internamente all’X20 Network), attraverso il quale si partecipa alle decisioni e si votano le proposte secondo le maggioranze stabilite dalla scrittura privata.

E chi compie gli atti in rappresentanza della società?
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