Withers a caccia di soci
Per Withers, in Italia, c’è un trasloco in vista. La sede di Milano dello studio nato a Londra nel 1896 e presente in Italia dal 2002, sarà presto spostata da Piazza Missori a via Durini in spazi più ampi, destinati a fare da cornice al processo di crescita che la law firm si appresta ad affrontare nei prossimi mesi.
A parlarne a MAG, in anteprima assoluta, è Roberta Crivellaro (nella foto). L’avvocata, 51 anni, origini padovane, lavora per Withers dal 2005. Nel 2008 ne è diventata socia in un round di promozioni rimasto storico perché, per la prima volta, la partnership di una city firm veniva aperta a una donna italiana. Un anno più tardi, poi, Crivellaro diventava managing partner della sede dello studio in Italia e capo dell’italian practice a livello globale. Ruoli che ricopre ancora oggi e a cui, nel frattempo, si è aggiunta anche la nomina a european leader della Business division dello studio.
«Solo in Italia», racconta la managing partner, «contiamo 50 professionisti tra cui 5 soci e 4 special counsel (si tratta di collaboratori di elevata seniority, teoricamente in pipeline per l’ammissione alla partnership, ndr), ma l’italian practice è molto più estesa visto che, solo a Londra, abbiamo altre 40 persone che hanno la doppia qualifica di avvocati e solicitor e che collaborano regolarmente con noi».
Il 2016 si è chiuso con il fatturato italiano che ha raggiunto quota 10 milioni di euro. E il 2017 prospetta un ulteriore incremento dei ricavi.
I prossimi investimenti dello studio in spazi e persone s’inseriscono in questo scenario. E hanno, tra l’altro, l’obiettivo di consolidare il posizionamento dello studio che per primo, nel nostro Paese, ha applicato l’approccio e le logiche operative di una business firm al settore della ricchezza privata.
Oggi, non c’è insegna italiana che non faccia riferimento alle “interessanti prospettive” del mercato dei private client. Per Withers, invece, il presidio di quest’area di business è da sempre il focus attorno a cui ruota l’attività di tutto lo studio. Nella lista dei clienti della law firm compaiono il 46% dei personaggi inseriti nella Rich List stilata dal Sunday Times nel 2016, così come il 30% dei miliardari di Hong Kong censiti da Forbes e il 25% dei paperoni made in Usa.
«Tutela dei patrimoni, tutela dei nuovi ricchi, inclusi sportivi e celebrity varie, così come tutto il filone di attività corporate legata alla tutela dei valori economici familiari (che qui in Italia è spesso appannaggio dei notai, ndr): sono queste le tre macro aree in cui operiamo», scandisce Crivellaro che per rafforzare ulteriormente questo posizionamento è pronta a prendere in squadra altri tre o quattro soci nell’arco dei prossimi dodici mesi. «Complessivamente», afferma la managing partner, «potremo aggregare altre 12-15 persone».
In particolare per rafforzare lo studio nel tax, così come nel family business, nell’art law (dove a inizio 2017 era già arrivata Valentina Favero), nell’immigration e nella litigation successoria. Su quest’ultimo versante, «l’Italia può diventare un vero e proprio hub per gli high net worth individual», sottolinea Crivellaro, mentre ricorda che, lo scorso mese di agosto, Giulia Cipollini, head of tax dello studio in Italia, ha seguito il primo caso in cui l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto lo status di residente non domiciliato in Italia a un cittadino inglese (grazie al nuovo regime normativo previsto dall’art. 24-bis del Tuir, introdotto nella legge di stabilità per il 2017).
L’Italia, per Withers, è anche l’hub centrale della practice di sport a livello globale. Alla guida di questo settore c’è il socio Luca Ferrari, salito a bordo nel 2014. Nel corso dell’ultimo anno ha seguito Alberto Zaccheroni nell’accordo con la nazionale di calcio degli Emirati Arabi Uniti così come il trasferimento di Wojciech Szczesny dall’Arsenal alla Juventus o quello di Manolo Gabbiadini dal Napoli al Southampton.
Sul fronte corporate, invece…