Vent’anni di Asla e la costruzione di una nuova cultura professionale
C’erano una volta gli studi legali associati. Ma si trattava di entità rare e lontane dalla ordinarietà della professione vissuta, per tradizione, in forma individuale e sostanzialmente orientata all’esercizio del contenzioso in tutte le sue forme. Poi, vent’anni fa, mentre in Italia calavano alcune delle grandi insegne internazionali del legal business, c’è stato chi ha pensato che fare squadra e mettere insieme il maggior numero possibile di esperienze dedite alla costruzione di una nuova cultura professionale da diffondere nel Paese sarebbe stata cosa buona e giusta. Nacque Asla, l’associazione degli studi legali associati che lo scorso 30 novembre ha festeggiato il suo secondo decennio di vita al Blue Note di Milano. Promotore dell’iniziativa, assieme ad altri colleghi fu Giovanni Lega, ancora oggi presidentissimo dell’associazione che MAG ha incontrato per fare un bilancio di questo ventennio.
Venti anni di Asla: ci ricorda com’è cominciato tutto?
Tutto è cominciato quando, dapprima tornato dagli Stati Uniti, creando LCA e poi, con l’integrazione in Freshfields, mi resi conto che fra noi, studi legali associati, non c’era un forum dove potere far convogliare interessi e desiderata comuni e che, non solo le istituzioni non ci conoscevano, ma anche noi non conoscevamo le istituzioni. Chiamai quindi alcuni amici managing partner di studi legali e da lì iniziammo!
Studi legali associati: questi sconosciuti. Perché in Italia l’organizzazione dell’attività professionale è sempre stata vista come qualcosa di “innaturale”?
Credo che il tutto nasca dalla mancanza di conoscenza. Sin dall’educazione universitaria, vengono infatti dati dei postulati come indipendenza, autonomia e individualità e l’avvocato è inteso come il professionista che all’interno della riserva legale esercita lo ius postulandi. Solo da poco anche grazie ai dati Censis l’avvocatura si è resa conto che la maggior parte del Pil della stessa è basato sulla consulenza che naturalmente viaggia su temi e schemi molto diversi.
Oggi le cose sono cambiate…almeno un po’. Quali sono stati i maggiori traguardi che da questo punto di vista Asla ha contribuito a raggiungere?
Sì, è vero “le cose sono cambiate… almeno un po’”, ma solo un po’. Asla ha fatto tanta strada e raggiunto tantissimi traguardi, non solo per gli studi legali associati, ma anche, credo, per l’avvocatura in generale e per i giovani. Cito solo alcune situazioni: Asla Diritto al Futuro, il corso di formazione giudiziale per praticanti avvocati con simulazione del processo che sostituisce l’obbligo di frequenza a una parte delle udienze e che oggi è alla sua diciottesima edizione. Ha inoltre creato connessioni e amicizie all’interno degli studi legali anche attraverso i gruppi di lavoro nei quali, professionisti appartenenti a studi diversi hanno avuto modo di confrontarsi ed elaborare tematiche riguardanti competenze specifiche comuni.
Poi ci sono state una serie di battaglie “politiche”…
Abbiamo lavorato a fianco (e “ai fianchi”) delle istituzioni con l’handicap che i governi sono sempre durati troppo poco e le nostre modifiche all’ordinamento forense, nonostante abbiano ricevuto spesso grandi elogi, non hanno trovato la via politica dell’esecuzione. Peraltro, oggi è stato creato un tavolo con il Cnf, Cassa Forense, Aiga Asla, il Coa di Milano che ha presentato al governo la definizione di avvocato monocommittente nella speranza, dopo vari incontri, che possa finalmente trovare la via politica per il suo riconoscimento. Asla ha elaborato le linee guida di best practice, sebbene non normanti, il preludio ai diritti da riconoscere agli avvocati monocommittenti.
E adesso?
Tutto questo ha fatto sì che, una delle battaglie fondamentali che abbiamo sviluppato nel corso degli anni, anche con la creazione della commissione mista Asla-Cassa Forense, battaglia mai abbandonata, troverà probabilmente una soluzione con il riconoscimento degli avvocati monocommittenti, perché Cassa Forense sembra aver accettato il principio che, in quel caso, ciò che gli avvocati monocommittenti contribuiscono alla Cassa, potrà essere dedotto dal 4% sul giro di affari dello studio associato.
C’è altro?
Sono poi stati tanti gli altri traguardi, come l’esposto alla Commissione Europea che ha riconosciuto la liceità dei nomi di fantasia dei brand anche in Italia per gli studi legali, lo sviluppo e la concretizzazione della certificazione sull’organizzazione degli studi legali con la norma UNI 11871. Inoltre, anche ASLAwomen ha nel corso di questi anni, svolto mille attività, tra cui proposte e commenti su leggi riguardanti l’istituto della Naspi, il Revenge-Porn, l’ottenimento del riconoscimento del 30% di tempo in più per i praticanti portatori di disturbi di apprendimento durante l’esame di stato con l’estensione poi a livello nazionale, osservatori per accrescere la sensibilità sulle politiche di genere da adottare, Legal Hack sulle problematiche del gender gap e molte altre.
Vent’anni fa, a destabilizzare la categoria erano gli studi con i collaboratori col badge, i nomi di fantasia, le strategie di tariffazione, la remunerazione dei praticanti ecc ecc. Oggi ci sono ChatGpt e le questioni Esg: chi supererà questa nuova sfida?
La sostenibilità e i criteri Esg (in particolare la G di Governance) potrebbero essere la chiave di volta per l’intergenerazionalità negli studi legali. Nel concetto di sostenibilità, infatti, esiste quello di durevolezza e, se gli studi legali non saranno in grado di adottare delle procedure e delle misure trasparenti ed innovative a partire dalla divisione degli utili che permettano alle nuove generazioni di essere ”ritenute” e “ritenere” che tali organizzazioni dureranno nel tempo, la sfida sarà persa. Purtroppo, mancano dei contenitori idonei e delle leggi come quella accennata prima sul riconoscimento degli avvocati monocommittenti che fanno sì che ci sia opacità e una pluri-variegazione di discipline. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale è stato uno slogan a darne la giusta collocazione e cioè “non sarà l’intelligenza artificiale a sostituirti, ma il tuo collega che la saprà utilizzare”.
Oggi si parla anche di finanziarizzazione della professione. Esistono studi legali Spa e il litigation funding potrebbe cambiare completamente le dinamiche del contenzioso. Cosa c’è da aspettarsi?
Il fenomeno del…
PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG