Un laboratorio chiamato Legislab
Due anni, un mese e venti giorni. Se chiedete a Piergiorgio Mancone (nella foto) quand’è che è cominciata l’avventura di Legislab dovrete aspettarvi una risposta del genere. Aggiornata all’ultimo secondo. Così come si è sentito rispondere MAG quando l’avvocato 37enne assieme al socio Alberto Porzio (33 anni) è venuto in redazione a raccontare la storia di questa start up legale con l’entusiasmo tipico di chi è alle prese con la trasformazione di un’idea in realtà.
«Ma il percorso che ci ha portato all’apertura dello studio era cominciato un anno prima», precisa l’avvocato e managing partner dell’organizzazione. Tutto è stato preceduto da un periodo di riflessione profonda, in cui i futuri soci si sono confrontati su come vedevano la professione negli anni a venire e su quale modello di studio fosse capace di riflettere la loro visione e allo stesso tempo di competere sul mercato.
La risposta è stata che lo studio che Mancone e Porzio avevano in mente non c’era (ancora). La mossa successiva, di conseguenza, è stata naturale: «Ci siamo messi al lavoro per costruirlo noi quello studio».
Del resto, prosegue l’avvocato, «se uno ha un’idea chiara sulla professione che verrà e non la mette in pratica non ha senso che la faccia… la professione».
Quella di Legislab è una storia che sconfessa l’assunto che dar vita a uno studio legale non sia più un’opzione alla portata di giovani avvocati. Più corretto dire, prosegue Mancone, «che non è una professione adatta a tutti. È un’attività economica e come tale richiede piglio imprenditoriale da parte di chi la pratica. A me non bastava fare il funzionario di alto livello in uno studio. L’avvocato è qualcosa di più».
Così è nata l’idea del “laboratorio della legge” che si è tradotta nel brand Legislab. Al centro il potenziale della nicchia. Lo scenario, del resto, lo conosciamo bene. Da un lato l’onda tecnologica che sta rivoluzionando l’impostazione tradizionale degli studi legali annientando le attività commodity. Dall’altro il ritorno sulla scena dei grandi network capaci di lavorare sui volumi e guadagnare grazie a importanti economie di scala.
In questo contesto, è stata la conclusione a cui sono giunti Mancone e Porzio, «i mercati di nicchia e quelli regolamentati rappresentano un’opportunità».
Ma cosa si intende per mercati regolamentati?…
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