Un anno di M&A, avvocati da nove zeri
Nessuno stop. Il Covid-19 non ha fermato il mercato delle fusioni e acquisizioni e soprattutto non ha congelato l’attività dei consulenti legali.
C’è stato un rallentamento. Questo sì. Il numero di operazioni seguite, in più di un caso su due (se si guarda ai primi venti studi per volume di attività) è sceso rispetto al 2019. Allo stesso tempo, però, se si guarda al valore dei deal, non può sfuggire il fatto che le prime dieci insegne per entità delle operazioni seguite hanno tutte chiuso l’ultimo esercizio con un incremento anche sostanzioso della dimensione dei dossier su cui sono state accreditate.
Il dato italiano riflette quello internazionale. A livello globale, secondo le rilevazioni di Mergermarket, la riduzione del valore dell’attività di m&a si è limitata a un -6,6%. Ma se si guarda al secondo semestre dell’anno la musica cambia al punto che, con la cifra record di 2,2 miliardi di dollari, l’osservatorio internazionale segnala un record assoluto.
In Europa, sempre secondo Mergermarket, l’incremento del valore delle operazioni annunciate nel secondo semestre 2020 rispetto al primo è stato dell’87,7%. Mentre quasi un deal su quattro è stato un buyout di private equity.
I fondi sono stati i grandi protagonisti di questo anno di m&a. E il loro iperattivismo ha chiaramente avvantaggiato le law firm di matrice internazionale che hanno giocato a tutto campo su diversi scacchieri a livello globale, incluso quello italiano. Qui, si sono messe in luce in modo particolare realtà come Linklaters, Freshfields, White & Case e Clifford Chance.
Sul podio degli studi che hanno seguito le operazioni di maggior valore troviamo Cleary Gottlieb, accreditato con 11 deal per complessivi 19,5 miliardi di euro. La law firm americana è seguita a ruota da BonelliErede che ha messo a segno 37 operazioni per un valore complessivo di 19,3 miliardi. Mentre sul terzo gradino svetta il vessillo di Gop con 56 operazioni per totali 18,4 miliardi di euro.
Oro, argento e bronzo per numero di operazioni seguite, invece, sono andati nell’ordine a Nctm, che ha chiuso l’anno con 67 deal per un valore totale di quasi 4 miliardi di euro, Gianni & Origoni di cui abbiamo già detto e Chiomenti, impegnato su 48 dossier per un valore complessivo di 12,4 miliardi di euro.
Tanti i big deal, ossia le operazioni a nove zeri, registrati nel corso dei 12 mesi appena passati.
È il caso della fusione di Nets in Nexi che ha dato vita a una paytech di livello europeo (8 miliardi di euro). L’operazione ha visto Legance agire al fianco di Nexi con un team che, tra gli altri, ha coinvolto i soci Alberto Giampieri e Filippo Troisi. Sempre con Nexi, anche gli avvocati di Linklaters con una squadra di cui hanno fatto parte anche i soci Pietro Belloni e Ugo Orsini. Lo studio Galbiati Sacchi ha assistito il comitato parti correlate del bidder, mentre Cleary Gottlieb ha affiancato i financial advisor. Per Nets ha agito un team di Freshfields, con i partner Luigi Verga e Nicola Asti, mentre i profili fiscali per i venditori sono stati gestiti da Pirola Pennuto Zei & Associati. Latham & Watkins, con un pool legale capitanato da Marcello Bragliani, ha affiancato le banche nel finanziamento dell’operazione.
In sequenza, va menzionato anche il deal in cui…
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