Ufficio del processo, l’appello dell’Aiga: “Regolare il rapporto con l’esercizio della libera professione”

Avvocati o impiegati statali? Si apre con questa domanda la nota stampa diffusa dall’Associazione italiana giovani avvocati – Aiga in merito alla necessità di regolamentare la situazione dei molti avvocati che dal 14 febbraio prenderanno servizio, con contratto di 3 anni, nell’ufficio del processo.

L’appello dell’Aiga è alla politica, affinché tuteli la “libertà e indipendenza della professione”, scongiurando il rischio dell’insorgere di problematiche amministrative e riguardanti “l’incompatibilità ambientale”.

Tre in particolare gli interventi espressamente richiesti “senza indugio” dall’associazione: in primis, che sia prevista la “sospensione dall’esercizio della professione forense” per gli avvocati che assumeranno il nuovo ruolo ausiliare dei magistrati. Questo unitamente all’introduzione di un “divieto di svolgere le nuove funzioni nel medesimo circondario in cui si esercita la professione di avvocato o la si è esercitata nell’ultimo semestre precedente all’immissione in servizio”. Inoltre, come espresso dalle parole del presidente dell’Aiga Francesco Paolo Perchinunno (nella foto): “sarebbe utile, per evitare un nuovo e insolito fenomeno di forum shopping, introdurre altresì un periodo cuscinetto tra la fine del contratto a tempo determinato e la ripresa dell’attività forense, evitando così che un vero e proprio abuso di posizione dominante possa andare, nel lungo periodo, a falsare il mercato forense, e ciò specie nei piccoli fori”.

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