Trifirò cresce nel civile e prepara una nuova sede
Quattordici soci equity. Ventuno soci salary. Ottanta persone tra avvocati e staff. Un fatturato che oramai viaggia stabilmente tra i 26 e i 28 milioni l’anno. E un’insegna che da anni è sinonimo di diritto del lavoro. Questa è la fotografia dello studio Trifirò & Partners all’alba del 2017.
La recente riforma delle normative dell’ordinamento italiano in materia labour non hanno inciso più di tanto sull’andamento dello studio. La concorrenza, cresciuta esponenzialmente tra il 2009 e il 2012 (quando non c’era studio sul mercato che non decidesse di aprire un dipartimento labour) non sembra aver scalfito questa realtà, sicuramente legata al nome del suo fondatore, il leggendario avvocato Salvatore Trifirò, ma oggi rappresentata anche da un team di veri fuoriclasse del settore. A cominciare da Stefano Beretta e Giacinto Favalli. MAG ha incontrato proprio quest’ultimo per fare un punto sullo studio e capire quali potranno essere le direttrici su cui si costruirà lo sviluppo futuro.
E proprio a tale proposito, l’avvocato Favalli comincia col far notare una cosa che non tutti sanno. Ovvero che lo studio Trifirò pur avendo questa attività primaria nel labour, ha sviluppato diverse competenze anche in ambito civilistico. «Non si può essere “specializzati”, se non si ha una conoscenza del diritto a 360 gradi», ha dichiarato tempo addietro Salvatore Trifirò in un’intervista rilasciata a Diritto24, «l’avvocato “specializzato”, che conosce solo un segmento del diritto, prima o dopo incapperà in qualche disavventura professionale».
Il team di civile che opera oggi nello studio, riprende Favalli, «conta tre soci e 12 collaboratori, tutti sono dedicati a discipline diverse dall’employement». Lo studio si occupa di 231, governance, privacy e poi di tematiche legate sl settore bancario e al mondo delle assicurazioni. «Lo scorso anno», prosegue Favalli, «abbiamo avuto l’ingresso di cinque professionisti, tutti arrivati a rafforzare queste altre linee di business che oggi rappresentano il 15-20% circa della nostra attività e che proprio per questa ragione hanno più spazio di sviluppo». Si tratta di aree di attività che hanno numerosi punti di contatto con il core business dello studio (si pensi ad esempio alla concorrenza sleale o alle politiche di remunerazione) ma che se ben sviluppate potranno cominciare a vivere di vita propria nel prossimo futuro. Già nel presente, comunque, questo filone di attività produce mandati interessanti. Lo studio ha seguito la predisposizione delle politiche di remunerazione per Banca Farmafactoring e altri istituti di credito. Di recente, poi, si è occupato del contenzioso sull’abolizione delle tariffe agevolate per conto di Enel.
Il diritto del lavoro, ovviamente, resta la locomotiva di Trifirò & Partners. Fra le tante cose, lo studio in questo momento è impegnato al fianco di…
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