Tra incertezze normative, AI e ritorno in ufficio: la European Employer Survey 2025 di Littler
Con l’avvicinarsi di importanti scadenze regolatorie in Europa e le novità nelle politiche statunitensi, le aziende europee si trovano a dover gestire sfide sempre più complesse, dal ruolo dell’intelligenza artificiale (AI) alle politiche di inclusione, equità e diversità (IE&D), fino alla trasparenza retributiva e al lavoro in presenza.
È quanto emerge dall’European Employer Survey Report 2025, pubblicato da Littler, law firm internazionale attiva nel diritto del lavoro, giunto alla sua ottava edizione. Lo studio si basa sulle interviste a oltre 400 dirigenti HR, business leader e legali interni, di cui il 64% con ruoli di leadership o C-level.
Il report evidenzia una preparazione ancora insufficiente delle aziende europee alle nuove normative. Solo il 18% si dichiara molto pronto a rispettare l’AI Act, con il 20% che ammette di non esserlo affatto. In Italia, il 79% degli intervistati prevede di rivedere mansioni e responsabilità con l’arrivo dell’AI, ma le azioni concrete tardano a partire. Simile la situazione sulla Pay Transparency Directive (PTD): solo il 24% delle aziende è molto preparato, e tre quarti non ha ancora effettuato audit retributivi per garantire criteri neutrali rispetto al genere.
Le modifiche delle politiche USA aggiungono ulteriori pressioni. Il 75% delle aziende europee con attività negli Stati Uniti ha già adottato misure di adeguamento, tra cui limitazioni ai viaggi e riduzione delle attività locali. L’81% delle aziende italiane intervistate si colloca ai vertici europei per livello di adattamento. Le iniziative IE&D sono oggetto di revisione, con il 69% delle organizzazioni che valuta riduzioni o riorientamenti per gestire le divergenze normative tra USA e Europa.
Un’altra tendenza in crescita riguarda il ritorno in ufficio: il 63% delle aziende aumenta le giornate di presenza, con modelli ibridi ancora centrali per attrarre talenti. In Italia la quota di aumento è del 37%, più cauta rispetto ad altri Paesi europei.
Il report sottolinea inoltre come le discussioni con comitati aziendali e sindacati si concentrino su lavoro da remoto/ibrido (47%), salute e benessere (46%) e utilizzo dell’AI (44%), con differenze nazionali significative: Regno Unito e Spagna guidano rispettivamente su lavoro ibrido e benessere, la Germania sull’AI, l’Italia sulla sicurezza sul lavoro (69%).
La survey di Littler fotografa così un panorama europeo complesso: consapevolezza crescente, ma azioni ancora limitate, in un contesto dove normative, tecnologia e politiche internazionali ridefiniscono il futuro del lavoro.
Nella foto, i soci italiani di Littler: Edgardo Ratti e Carlo Majer



