Tpf: come funziona Crowdlegal
di claudia la via
Sono oggi tantissime le imprese, in Italia e nel mondo, che sono costrette ad abbandonare o non riescono neanche a iniziare azioni legali nei confronti di controparti finanziariamente più solide. Il motivo è quasi sempre l’assenza di adeguate risorse economiche.
Per dare una risposta a questo bisogno in Italia è nata da poco Crowdlegal, una realtà “erede” di Opstart, community italiana di equity crowdfunding, nata nel 2015 per supportare investimenti sostenibili e innovativi. Si tratta del primo caso italiano di applicazione dello strumento del crowdfunding al finanziamento delle cause di natura legale.
Il successo della piattaforma Opstart ha spinto la nascita lo scorso anno di Crowdbase, un hub che ingloba diverse divisioni dedicate a specifiche tipologie di crowdfunding, come appunto quello legale. «Crowdlegal fornisce l’opportunità di procurarsi le risorse economiche necessarie, ma anche un team di specialisti capaci di guidare l’azienda sia dal punto di vista finanziario sia legale», spiega Giovanpaolo Arioldi, Ceo di Crowdlegal.

Com’è il panorama italiano e che “sensibilità” verso questo tema avete trovato fra investitori e aziende?
Ci sono tante piccole e medie imprese che molto spesso rinunciano a portare avanti azioni legali per mancanza di risorse, perché la durata dei processi è un punto debole del sistema giudiziario del nostro Paese. E la strategia più comune della controparte è proprio quella di prolungare i tempi del processo, aumentando in modo significativo le risorse necessarie per la parcella di un avvocato. Ad oggi abbiamo riscontrato un diffusissimo interesse nei confronti di Crowdlegal, sia dalle imprese sia dal settore legale in generale. Si tratta comunque di uno strumento innovativo, non solo in Italia ma anche in Europa.
Qual è l’identikit del vostro cliente tipo?
Di solito il nostro cliente tipo è una persona giuridica, per esempio una società, una fondazione o anche un ente, che non può permettersi di sostenere l’azione legale in questione, pur avendo sostanziali possibilità di vincita. Parliamo principalmente di piccole e medie imprese, desiderose di condividere il rischio intrinseco dell’azione legale e disposte a socializzare il risultato, condividendolo con una pletora di investitori.
Qual è la differenza sostanziale tra l’equity e il lending crowdfunding e chi sono gli attori coinvolti?
La principale differenza sta nella tipologia di rischio che gli investitori di queste due diverse asset class intendono assumersi. Gli investitori di equity crowdfunding diventano, a tutti gli effetti, soci o azionisti della società che effettua la campagna e riceveranno delle particolari tipologie di quote o azioni, dedicate al supporto dell’azione legale.
Nel caso del lending crowdfunding, invece, gli investitori intervengono come “finanziatori”, apportando quindi risorse che l’impresa si impegna a restituire in cambio di una percentuale di interesse prestabilita.
Quali sono i criteri di valutazione utilizzati per ammettere specifiche azioni legali al crowdfunding?
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