Therium porta il third party funding in Italia

Avviare una causa in tribunale o un arbitrato può avere costi molto alti e, in alcuni casi, talmente proibitivi da spingere le parti a rinunciare. Per questo motivo, da alcuni anni, è nata l’attività di third party funding che consiste nel finanziamento, da parte di fondi, dei contenziosi legali. ?Un business molto diffuso negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ma che sta iniziando a prendere piede nel resto del Vecchio Continente. Italia compresa. Uno dei primi player a testare le opportunità nel nostro Paese si chiama Therium. «Da qualche mese abbiamo iniziato a rivolgerci anche al mercato italiano e abbiamo già avviato tre operazioni che, al momento, sono in fase di trattativa», dice a MAG l’avvocato Oliver Novick (nella foto) che dal 2011 (quando ha investito in questa società attraverso il fondo Lex litigation funding venture) si occupa del business di Therium in Europa, avendo vissuto e lavorato in Italia e in Svizzera per più di 40 anni.

Che cos’è Therium
Therium è una società, con una disponibilità finanziaria di 200 milioni di sterline, fondata nel gennaio del 2009 da Neil Purslow e John Byrne, due avvocati attivi nell’ambito dei contenziosi legali. Purslow è stato consulente legale per Marsh & MacLennan Companies, e in precedenza ha lavorato nella società americana Reed Smith. Inoltre il professionista è membro del consiglio direttivo dell’Association of litigation funders (Alf). John Byrne è stato, invece, partner di Nabarro Nathanson e, successivamente, socio con funzioni direttive dell’ufficio londinese di Dorsey & Whitney. Forti di queste esperienze, i due legali, sette anni fa, hanno deciso di creare una nuova società per offrire la copertura delle spese legali del contenzioso a chi non può permetterselo. «I nostri clienti sono aziende in fallimento o con difficoltà di cassa, studi legali che non possono accollarsi il rischio di clienti insolventi, private equity che non intendono investire ulteriormente in attività che non gli hanno reso come avrebbero sperato, ma anche privati cittadini che aderiscono a class action contro le banche o lo Stato», spiega Novick. Therium è attiva al momento in Usa, Canada, Gran Bretagna, Olanda, Spagna e Italia. In tutti questi Paesi la società di Purslow e Byrne opera finanziando dispute commerciali, contenziosi tra azionisti, casi di negligenza professionale, group e class action, casi di insolvenza e arbitrati internazionali. «Non rientrano invece nei nostri servizi – precisa Novick – le richieste di indennizzo presentate dal consumatore o le richieste per singole lesioni personali come nei casi di divorzio o di diffamazione».

Il business che nasce dalla crisi
La nascita di un servizio come quello fornito da Therium e dalle altre società di third party funding, è legata – racconta Novick – ai cambiamenti economici degli ultimi dieci anni: «Con la crisi e i suoi effetti sul sistema bancario, è aumentata la litigiosità e sono cresciute le class action contro gli istituti di credito. Ma, soprattutto, c’è stato un aumento delle cause intentate da persone della classe media che avevano perso tutto a causa del fallimento del mercato immobiliare e che, di conseguenza, non erano in grado di sostenere nessuna spesa legale». Allo stesso modo la crisi economica ha colpito anche gli studi legali. Dopo anni di tariffe stracciate per andare incontro a clienti incapaci di pagare, questi si ritrovano impoveriti e non più in grado di sostenere i costi di cause sempre più complesse e dispendiose. «Cause per cui servirebbe il supporto di consulenti ed esperti che gli studi non possono però più permettersi», dice Novick. Ed è in questo scenario così radicalmente mutato che Therium ha colto un’occasione di business unica: finanziare i…

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