TAX, PROFESSIONISTI AL BIVIO

di nicola di molfetta

Qualche anno fa il socio di un notissimo studio legale italiano mi confidò: «Non prenderemo mai dei commercialisti nella nostra partnership, il grande vecchio non lo tollererebbe». Il grande vecchio, evidentemente, è il fondatore di quella insegna che, pur restando ancora molto nota, oggi si trascina sul mercato un po’ appannata. E non a caso, qualche mese fa, lo studio aveva anche deciso di violare l’antico tabù facendo una corte forsennata a un noto rainmaker della consulenza fiscale e tributaria. Operazione mai andata in porto, con buona pace del grande vecchio, dei suoi associati e degli antichi pregiudizi verso i “dottori”.

Venerdì 14 marzo, su legalcommunity.it abbiamo anticipato, come sempre, tre importanti news sul fronte dei passaggi laterali di soci. Tutte e tre queste notizie (puntualmente riecheggiate anche da altre fonti di settore) hanno avuto per protagonista un fiscalista. Paola Camagni che ha deciso di dare vita a una propria boutique lasciando Deloitte; Stefano Petrecca che, dopo quasi trent’anni di collaborazione con Tommaso Di Tanno, ha scelto di cambiare partnership e unire le forze a Macchi di Cellere Gangemi; Maricla Pennesi che da Dla Piper si appresta a passare nella squadra di Massimo Giaconia in Baker & McKenzie.

Tutti e tre questi movimenti testimoniano ulteriormente la grande attenzione che nel mercato dei servizi legali viene ormai riservata all’attività fiscale e tributaria. Tutti e tre raccontano, seppure con storie completamente diverse l’uno dall’altro, la strategicità della consulenza tax e le opportunità di mercato per gli specialisti. Tuttavia queste storie riaccendono il dibattito su quale sia la migliore collocazione per un esperto in materia di tasse, transfer pricing e contenzioso fiscale. Dentro o fuori da uno studio multipractice? O ancora meglio: dentro o fuori da uno studio legale?

Difficile dare una risposta buona per tutti. Il vecchio adagio secondo cui le practice fiscali all’interno degli studi legali sarebbero gestite come semplici strutture di supporto è stato smentito dai fatti e da molte esperienze. Chiomenti, Baker & McKenzie, Dla Piper, lo stesso Macchi di Cellere Gangemi o Nctm (e l’elenco potrebbe continuare) sono solo alcuni degli studi che da tempo hanno investito massicciamente in questo settore, facendone un elemento qualificante della propria offerta. Addirittura, come riferito sul numero 9 di Mag by legalcommunity.it la practice, nel 2013, è stata la terza per importanza ed apporto al fatturato di Bonelli Erede Pappalardo. Allo stesso tempo, però, le boutique specialistiche di maggiore qualità hanno spesso dimostrato avere un potenziale di redditività molto più elevato di tante strutture legali e tributarie, anche perché spesso negli studi legali terzi si trovano ad avere dei clienti prima che dei concorrenti.

Fino a questo momento la coesistenza di diversi modelli non è stata messa in discussione. Sarà così anche in futuro? Il punto sarà capire quale effetto è destinata a produrre la pressione sulle parcelle da parte degli acquirenti di servizi professionali costantemente a caccia di qualità del servizio ed efficienza dei costi.

nicola.dimolfetta@legalcommunity.it

@n_dimolfetta

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