Studi legali e internazionalizzazione “all’italiana”
di giuseppe salemme
La corsa degli studi legali italiani al mercato estero non segue percorsi predefiniti o immutabili. Ogni realtà professionale segue una sua idea, un suo approccio, una sua strategia. E anche queste mutano e si evolvono nel tempo, di pari passo con i cambiamenti della professione, del mercato e, più in generale, della società.
MAG e Legalcommunity hanno provato a scattare una fotografia di questo scenario in un momento di profondo cambiamento. Da un lato, delle organizzazioni che hanno continuato a lavorare e a crescere nonostante la crisi pandemica ed economica. E che, per alimentare questo trend, sono sempre più alla ricerca di nuove vie per espandere la propria area di influenza. Dall’altro un mondo post-Covid che ha ceduto definitivamente il passo ai processi di digitalizzazione, cambiando almeno in parte l’approccio al lavoro di molti professionisti. E molto spesso anche gli orizzonti delle realtà in cui questi operano.
Nota: il campione oggetto della seguente analisi ha compreso i 26 studi legali italiani presenti nell’edizione 2021 della Best 50 di Legalcommunity, la classifica dei primi 50 studi attivi in Italia per fatturato.
SEDI
Esaminando i dati sulla distribuzione geografica degli uffici di questi 26 studi, si scopre come la metà esatta di questi (13 studi) ha almeno una sede all’estero.
Nel 2018, anno in cui si registrò un vero e proprio boom di inaugurazioni di uffici oltreconfine, la percentuale era del 64%: la presenza internazionale “fisica” degli studi italiani sarebbe dunque calata in tre anni del 14%. Si tratta di una fotografia parziale ovviamente, ma il trend è realistico: il campione di studi preso in considerazione è differente solo in minima parte (tre studi sono stati rimpiazzati in graduatoria in questo lasso di tempo). E a confermarlo c’è il dato reale, che ha visto effettivamente alcuni studi scegliere negli scorsi mesi di abbandonare qualche avamposto estero (lo ha fatto, ad esempio, Legance con la sede di New York).
Cambia anche la graduatoria delle mete più gettonate. Londra rimane in testa con 9 sedi, ma risente dell’effetto Brexit (nel 2018 gli uffici italiani nella capitale inglese erano 13). Bruxelles, centro nevralgico dell’UE, è scelta da 5 studi e rimane salda al secondo posto. Al terzo posto, New York (3 sedi) viene invece scalzata da Shanghai, in cui 4 studi hanno deciso di stabilirsi fisicamente. Considerando il territorio cinese nel suo complesso, le sedi di studi italiani salgono a 8 (cifra tuttavia stabile rispetto al 2018).
In tutto, le “ambasciate all’estero” degli studi italiani Best 50 sono oggi 43, mentre nel 2018 erano 52.

ALLEANZE
Network, alleanze, best friendship e, in generale, gli accordi con player stranieri rappresentano per gli studi legali un’altra strada, se vogliamo più “soft”, verso l’estero.
E l’anno appena passato è stato segnato da diverse iniziative innovative in questo ambito, con molti studi italiani che hanno creato nuove partnership internazionali o hanno espanso quelle già in corso (vedi i box relativi). Il perché del…
PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG