Studi legali e directory: nell’ultimo anno, più di 2mila submission
di giuseppe salemme
Una pioggia di submission. Sono circa 2mila le richieste di inserimento nelle legal directory (nazionali e internazionali) inviate dagli studi legali italiani nel 2021.
Il dato, frutto di uno studio dell’agenzia di comunicazione Neon Pro, conferma quanto sia sempre più importante per le insegne nostrane essere presenti nelle guide o nelle classifiche delle principali directory focalizzate sul mercato della consulenza legale. Solo Chambers, uno dei colossi del settore con oltre 13mila professionisti e 1.400 firm classificate nelle sue guide, ha ricevuto dagli studi italiani lo scorso anno 817 submission, distribuite su 51 categorie. Sono stati 496 invece i moduli compilati dagli studi per entrare nei ranking Legal 500; e 224 quelli inviati all’International Financial Law Review.
L’Italia, peraltro, è tra i primi paesi europei in termini di interesse per questo tipo di graduatorie. Prendendo d’esempio nuovamente Chambers, ci superano, in numero di submission inviate, solo Francia (1.303), Germania (1.104) e Spagna (930): un dato che potrebbe sorprendere qualche addetto ai lavori, conscio della storica ritrosia degli avvocati italiani sul tema comunicazione. Ma che, a ben vedere, di sorprendente ha ben poco: è pacifico che essere classificati in una legal directory consenta a studi e professionisti di migliorare il proprio posizionamento nel mercato; è la stessa dinamica per cui la stella Michelin fa impennare gli incassi di un ristorante o tutti corrono a vedere un film nel momento in cui viene nominato all’Oscar.
L’INCUBO
Eppure, qualcosa che tradisce un certo approccio “retrò” degli studi in questo ambito c’è. Lo sostiene Benedetta Mazza, managing partner di BM Legal & Financial Communications, attiva da circa vent’anni nell’ambito della comunicazione legale.
«Gli studi si rendono sempre più conto di quanto siano importanti e strategici i risultati che si ottengono tramite le submission» racconta Mazza a MAG. «Tuttavia, nella mia esperienza ho constatato come queste ultime rappresentino un problema per praticamente tutti gli studi». Mazza spiega insomma che, nonostante l’approdo in una delle legal directory rappresenti sempre più un traguardo annuale per molte firm, la strada per raggiungere la meta si rivela spesso complicata da una serie di ostacoli strutturali: «I problemi che gli studi si trovano ad affrontare sono di vario ordine. Su tutti, c’è l’eccessivo carico di…
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