Spac sotto la lente: quanto valgono e chi ci lavora

Luglio e agosto 2017 si ricorderanno come mesi caldissimi non solo sul fronte climatico ma anche su quello delle quotazioni. Ciò in particolare grazie alle spac, le special purpose acquisiton company ossia veicoli che si quotano e attraverso una business combination con un’azienda non quotata la portano in Borsa.

Nel giro di un mese, sul segmento Aim di Borsa Italiana, sono infatti sbarcate almeno quattro spac mentre tre aziende si sono quotate – o hanno annunciato l’intenzione di farlo – attraverso la business combination: PharmaNutra, combinata con Ipo Challenger 1, Acquafil, dall’integrazione con Space 3, e Sit, con Industrial Stars of Italy 2. Si tratta di una chiusura di metà anno indicativa del successo delle spac e delle iniziative simili. Dall’introduzione nel 2011 a oggi, sono 17 le spac che si sono quotate a Piazza Affari segnando una raccolta complessiva pari a circa 1,6 miliardi di euro.

Cifre alle quali vanno aggiunte le due pre-booking company (simili alle spac ma non quotate) Ipo Challenger e Ipo Challenger 1 che insieme hanno emesso azioni per oltre 70 milioni. In pipeline, poi, ci sono almeno altre tre spac tra le quali Spactiv, promossa da Maurizio Borletti, storico proprietario dei magazzini La Rinascente, affiancato dal manager di fiducia Paolo De Spirt e il professionista Gabriele Bavaglioli (ex Idea Capital), con Ubi e Mediobanca come consulenti e un obiettivo di raccolta tra 80 e 100 milioni di euro. Ma anche Industrial Stars Of Italy 3, il terzo veicolo di Attilio Arietti Giovanni Cavallini, e una spac lanciata da Intesa Sanpaolo e Dea Capital. In totale si tratterebbe di 22 veicoli in sei anni più un fondo ad hoc, Ipo Club. E tra l’interesse degli investitori, la spinta dei pir e i nuovi progetti innovativi, per il futuro quello delle special purpose acquisition company potrebbe essere uno dei canali privilegiati per portare le medie aziende in Borsa…

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